“Dopo la ristrutturazione del debito stiamo costruendo la nuova Tiscali che prevede la trasformazione della rete Aria che passerà dalla tecnologia Wimax a quella Lte per coprire le aree in digital divide, ossia quelle dove non è conveniente portare la rete a banda ultralarga”. Lo afferma in un’intervista al Giornale Riccado Ruggiero, amministratore delegato della nuova Tiscali, quella in cui a marzo sono entrati i nuovi soci di Aria, fondo russo di private Equity.
“Questo è reso possibile – aggiunge – dal fatto che Aria aveva comperato le frequenze 3,5Ghz per tutto il territorio nazionale, che ora possono essere impiegate con le tecnologie Lte e in futuro anche con il 5G. Per ora l’uso che ne facciamo è solo sul fronte della telefonia fissa, ma le prossime generazioni di smartphone avranno un chip di compatibile anche con il 5G. Del resto il nostro accordo con Fastweb si basa anche sull’uso di queste frequenze che potranno essere impiegate anche in mobilità”.
“Con Enel Open Fiber – prosegue l’Ad – abbiamo un accordo per le città di Perugia e Cagliari. Aria è nata a Perugia e quindi porteremo i nostri clienti che non raggiungiamo con tecnologie Lte sulla rete di Enel. E lo stesso faremo a Cagliari, dove Enel ha già cominciato i lavori per realizzare la sua rete”.
L’obiettivo dell’azienda, secondo i piano di Ruggiero, è di superare il milione di clienti entro il 2020 rispetto ai 700mila attuali. “Oggi – aggiunge – Tiscali fattura circa 200 milioni. DI questi circa cento vengono dati a Telecom. Se riusciamo a realizzare una nostra rete a banda ultralarga riusciremo a comprimere questi costi in maniera significativa”.