Un milione di clienti da raggiungere nelle aree meno battute dalla concorrenza sfruttando la banda larga offerta dall’LTE 4G+. È questo la missione di Tiscali, che si rinnova sotto il profilo dell’offerta come dell’immagine. Il nuovo logo propone infatti un’identità di marca e un servizio che provano a prendere le distanze col recente passato. Facendo per l’appunto leva su ciò che il marketing ha chiamato Wireless Fiber To The Home (WFTTH), il gruppo guidato da Riccardo Ruggiero vuole infatti riaffermare i valori che la contraddistinsero quando, all’alba italiana degli Internet service provider, la società fondata da Renatu Soru si era imposta come first mover.
Il 4g+, che Tiscali definisce la “fibra senza fili”, offre già a 15 mila dei suoi 700 mila clienti connessioni via radio fino a 100 Mb/s, ed entro il 2018 il network dovrebbe garantire una copertura del 50% delle famiglie e delle imprese della Penisola. La roadmap, sostenuta da un investimento da 40 milioni di euro, è tracciata: alle 160 antenne 8T8R attualmente installate, se ne aggiungeranno altre fino ad arrivare alle circa 500 di fine 2017, con l’obiettivo di mettere insieme un network da mille celle entro i prossimi 18 mesi. “Il focus è sulle aree col maggiore digital divide e sulle municipalizzate medio-grandi. Non puntiamo alle grosse città dove c’è già una forte presenza dei competitor”, conferma Ruggiero, alludendo al fatto che oltre a non cercare la sfida con Telecom e Vodafone, Tiscali non vuole nemmeno mettere i bastoni tra le ruote all’alleato Fastweb, che attraverso lo sfruttamento della licenza sulle frequenze a 3.5 GHz, vuole proporsi come pioniere del 5G nelle metropoli italiane italiane. “Del resto al momento il nostro obiettivo è far migrare i clienti dall’ADSL con interconnessione Telecom Italia a un servizio cinque – se non dieci – volte più veloce. Ottenendo inoltre un risparmio notevole in quanto si bypassa il collegamento con l’altro operatore. È una vera rivoluzione per Tiscali, che ha sempre operato con un’infrastruttura non proprietaria”, rilancia l’amministratore delegato, “che ci consentirà inoltre di migliorare sensibilmente il margine lordo”.
La strategia di Ruggero è puntellata sulle partnership con Fastweb ed Open Fiber: se l’accordo con la società di Swisscom – a cui Tiscali ha ceduto la divisione Business – è la chiave d’accesso (gratuita) a un backbone di trasmissione senza più la necessità di passare da Telecom, l’intesa con Open Fiber in chiave open fiber agevolerà l’espansione su Cagliari (dove sarà raggiunto l’80% delle unità abitative nei prossimi mesi), Perugia e altre dieci città.
Tiscali comincerà anche a proporre servizi a valore aggiunto, come Netflix e offerte di altri OTT? “Abbiamo costituito una piccola unità VAS, e per noi il tema dei contenuti è estremamente importante”, dice Ruggiero senza sbottonarsi. “Ci sono accordi commerciali all’orizzonte, ma ora l’importante è riuscire a garantire una copertura decente a livello nazionale”. Tiscali però non è soltanto connessione. Parte integrante del business sono anche il portale Internet e la concessionaria Veesible. E anche loro, stando alle parole dell’a.d., conosceranno una seconda giovinezza. “Il portale rimane strategico in quanto è un mezzo straordinario per acquisire nuovi clienti. Stiamo cominciando a sfruttare i 2,5 milioni di mail che abbiamo che abbiamo messo insieme in vent’anni di storia e di fidelizzazione. Vogliamo inoltre concretizzare la visione di una concessionaria che, con strumenti tecnologici nuovi come per esempio il programmatic advertising, può aggredire il mercato in modo diverso. Ma dobbiamo procedere per gradi, e ora l’upgrade del network è prioritario”.