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Vivendi-Tim, il verdetto Ue: “Controllo de facto, cedere quota Persidera”

Accolto il rimedio proposto per sciogliere il nodo dei mux “cumulati” con quelli di Mediaset che fanno sforare la quota di mercato del 50% nel digitale terrestre. Ma il disco verde è “condizionato”: l’ultima parola spetta al cda di Telecom

Pubblicato il 30 Mag 2017

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La Commissione europea certifica il controllo di fatto di Tim da parte di Vivendi. La decisione è subordinata alla cessione delle quote detenute da Telecom Italia in Persidera e arriva nell’ultimo giorno utile per la pronuncia, smentendo le ipotesi di proroga di 3 mesi circolate nelle scorse settimane e accogliendo la proposta della media company.

Il via libera al controllo di facto passa dunque dalla cessione della partecipazione di Telecom in Persidera, l’operatore di rete per i multiplex digitali di cui la telco controlla il 70% (il restante 30% è nelle mani del gruppo Gedi, ex gruppo l’Espresso). Esattamente il rimedio avanzato dalla società francese, che sul provvedimento si pronuncia con un “no comment, prendiamo atto“.

La criticità risiedeva nel fatto che, sommando i mux di Persidera con quelli di Mediaset (di cui Vivendi detiene il 28,8% del capitale e il 29,9% dei diritti di voto), Vivendi supera la quota di mercato del 50% nel canali tv digitali terrestri. La scelta di vincolare l’ok alla cessione è dettata dal fatto che, secondo Bruxelles, Vivendi avrebbe avuto un incentivo ad aumentare i prezzi applicati ai canali televisivi sul mercato dell’accesso all’ingrosso delle reti televisive del digitale terrestre, in cui operano Persidera e Mediaset.

“I benefici di una tale strategia sarebbero stati ottenuti direttamente attraverso Persidera o indirettamente attraverso la partecipazione azionaria di minoranza in Mediaset, poiché gli altri attori attivi sul mercato non rappresentano un’alternativa sostenibile per i canali televisivi – spiega la Commissione europea -. Di conseguenza i canali televisivi avrebbero dovuto sostenere costi maggiori per raggiungere il loro pubblico in Italia”.

Altra preoccupazione esaminata dalla Commissione europea ha riguardato “l’eventualità che la relazione fra le attività di Vivendi in Italia (pubblicità, musica, televisione e giochi mobili) e le attività di Telecom Italia nel settore delle telecomunicazioni fisse e mobili possa sollevare problemi di concorrenza”. Su questo punto i vertici europei hanno concluso che Vivendi “non avrebbe la capacità o l’incentivo per escludere altri concorrenti dai mercati di rilievo”.

Per risolvere le questioni di concorrenza identificate dalla Commissione, spiega Bruxelles, “Vivendi si è impegnata a cedere le quote detenute da Telecom Italia in Persidera”. Alla luce dei rimedi proposti “la Commissione ha concluso che la transazione proposta, nella sua veste modificata, non ridurrebbe la concorrenza nell’area economica europea o in una sua parte sostanziale, Italia compresa”. La decisione è comunque subordinata “al pieno rispetto degli impegni”.

La cessione della quota Persidera dovrà comunque passare dal cda, tenuto da Vivendi all’oscuro del rimedio promosso come dichiarato in una nota recente dallo stesso board. La riunione del consiglio di amministrazione di Tim è stata anticipata di una settimana al 1° giugno proprio a causa dell’affaire legato al pronunciamento UE. Novità dovrebbero dunque arrivare fra due giorni.

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