Si è chiuso con una rottura netta l’incontro del 29 aprile,
previsto dalla procedura di mobilità, tra Teleperformance ed i
sindacati. Ad annunciarlo una nota della Segreteria Nazionale della
Slc-Cgil.
“Un incontro del tutto negativo – si legge – durante il quale
l’azienda ha ripetuto quanto già affermato nella procedura di
apertura dei 1464 licenziamenti ed ha riversato tutte le
responsabilità su un mercato dei call center in difficoltà ed al
ritorno a pratiche illegali sempre più diffuse, sollevandosi così
da qualsiasi responsabilità”. Responsabilità che invece,
secondo il sindacato, appaiono del tutto evidenti “nella
incapacità gestionale evidenziata per tutto l’anno passato, nel
sostanziale immobilismo sul piano del reperimento di nuove
commesse”.
“Quello che appare ogni giorno più evidente è piuttosto il
progressivo allontanamento di Teleperformance dall’Italia, a
tutto vantaggio delle sedi albanesi – prosegue la Slc-Cgil –
Purtroppo si sta realizzando quanto già avevamo denunciato lo
scorso gennaio, ovvero che Teleperformance, dopo aver avuto molto
dall’Italia, si sta progressivamente spostando all’estero,
lasciando una situazione che rischia di diventare ogni giorno più
preoccupante anche sul piano sociale. I lavoratori non staranno a
guardare mentre tutto questo accade”.
Le Segreterie Nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno
indetto un pacchetto articolato di mobilitazione che culminerà il
prossimo 23 maggio con lo sciopero, e relativa manifestazione a
Roma, di tutti i dipendenti di Teleperformance per protestare
contro il piano di smantellamento dell’azienda ma anche contro le
politiche ribassiste dei committenti che incentivano sempre di più
politiche di delocalizzazione.
Si parte domani 5 maggio con uno sciopero dei lavoratori dei call
center romani di Teleperformance in Via di Priscilla 101 (piazza
Vescovio) e Fiumicino, Parco Leonardo. Il 13 maggio toccherà agli
addetti della sede di Taranto incrociare le braccia.