Cisco, ancora tagli: scattano i pre-pensionamenti

Continua la manovra di “rifocalizzazione” sul core business del networking che prevede anche un maggior controllo dei costi. Partono le trattative con i dipendenti over 50 nelle sedi di Usa e Canada

Pubblicato il 04 Mag 2011

Cisco Systems prosegue il cammino della sua riorganizzazione
interna e, dopo essersi liberata delle attività consumer ritenute
meno strategiche, si prepara a snellirsi di parte del personale
offrendo ad alcuni dipendenti l’opzione del pre-pensionamento. Si
tratta di una delle tante manovre “mirate” che il colosso
americano sta mettendo in atto per rifocalizzarsi e riportare in
cima alle proprie priorità il business core del networking.


Secondo il nuovo programma, i dipendenti che all’8 luglio di
quest’anno avranno almeno 50 anni e un numero complessivo tra la
loro età e gli anni di servizio presso Cisco di almeno 60,
potranno chiedere di andare in pensione anticipata. Nella nota che
l’azienda stessa ha spedito ai dipendenti, Cisco afferma che con
questa manovra otterrà un "certo" risparmio sui costi
(che non ha tuttavia quantificato).


"Cisco adotta diversi metodi per tenere sotto controllo i
costi. Offrire questo programma volontario di pre-pensionamento
agli impiegati che hanno i requisiti per aderire negli Stati Uniti
e in Canada fa parte del nostro costante impegno a una gestione
responsabile dell’azienda”, ha dichiarato una portavoce di
Cisco.

Come noto, all’inizio del mese, Cisco, che ha registrato una
serie di trimestri con risultati deludenti e ha risentito della
riduzione della spesa It da parte di pubbliche amministrazioni e
grandi aziende, ha preso misure più drastiche, chiudendo la sua
attività consumer Flip (videocamere), con una perdita di 550 posti
di lavoro e un costo di 300 milioni di dollari. L’azienda
americana ha fatto sapere che sta conducendo una “approfondita
analisi del portafoglio delle attività”, il che potrebbe
suggerire che nuovi tagli sono all'orizzonte.



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