IL REFERENDUM

Almaviva Contact, i lavoratori di Napoli approvano l’accordo: salvi 800 posti

I sì al referendum sono stati 547, i no 138. Cinque le schede nulle. Introduzione di più incisivi strumenti di controllo della produttività, stop temporaneo agli scatti di anzianità e modifiche sul computo del Tfr i pilastri dell’intesa

Pubblicato il 23 Feb 2017

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Vince il sì nel referendum sull’accordo che, di fatto, salva i posti di lavoro di oltre 800 persone nella sede di Napoli di Almaviva Contact. Tra gli 819 aventi diritto, hanno votato in 690: i favorevoli all’accordo sono stati 547, i contrari 138. Cinque le schede nulle.

I punti chiave dell’accordo triennale – la scadenza è al 2020 – sono l’introduzione di più incisivi strumenti di misurazione della produttività, il mancato pagamento temporaneo degli aumenti periodici di anzianità già maturati e le modifiche sul computo del Trattamento di fine rapporto.

“Accogliamo con soddisfazione l’esito del referendum tra i lavoratori Almaviva Contact del sito di Napoli che ha registrato una grande partecipazione al voto, oltre l’80% degli aventi diritto, e l’affermazione delle ragioni dell’accordo con una percentuale che sfiora l’80% dei votanti – commenta Almaviva Contact in una nota – In un passaggio difficile, si tratta di un’espressione di volontà che merita il più alto rispetto e chiede la necessaria responsabilità da parte di tutti. Per Napoli si apre una fase nuova”.

Per Massimo Taglialatela, segretario della Uilcom Campania, “il risultato del referendum dimostra che i lavoratori hanno dato fiducia alle Rsu”. “Non si tratta di una vittoria ma semplicemente di una scommessa e soprattutto tutti dovranno fare la loro parte – spuega il sindacalista – In primis l’azienda portando nuove commesse e investendo sulla sede di Napoli. Monitoreremo costantemente la situazione”.

“L’esito del referendum fra i lavoratori Almaviva della sede di Napoli è il risultato finale importante di una vertenza difficile e complessa – dice Walter Schiavella, commissario della Cgil di Napoli – Il coraggio delle Rsu, la responsabilità delle nostre struttura territoriali di categoria e, soprattutto, la determinazione e la volontà dei lavoratori espressa con una grande prova di democrazia – conclude Schiavella – sono il punto dal quale ripartire per esigere ora che Governo e azienda facciano fino in fondo la loro parte”.

Entrando nel dettaglio, l’accordo prevede che al fine di migliorare la propria offerta “in termini di qualità ed efficienza, le Parti concordano di applicare a livello individuale gli strumenti di misurazione della produttività e della qualità”. In pratica il lavoro dei singoli operatori sarà monitorato, ma i risultati di misurazione saranno visibili in tempo reale solo all’operatore stesso e, “soltanto al 60% delle ore lavorate settimanali e in maniera non continuativa”, a un altro operatore “staff” che potrà identificare modi per portare al miglioramento delle performance di ogni lavoratore.

L’accordo, poi, passa a confermare il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per crisi aziendale, fino al 28 dicembre 2017. L’azienda, inoltre, si riserva la possibilità, in caso di “temporanee e oggettive esigenze di maggior lavoro”, di richiamare i lavoratori con un preavviso di sole 48 ore, revocando di fatto la CIGS. Per ogni lavoratore sarà possibile rifiutare tale revoca non più di due volte a semestre.

Per ogni lavoratore sarà possibile rifiutare tale revoca non più di due volte a semestre. Sono previsti anche “casi eccezionali”, in cui il preavviso sarebbe addirittura inferiore alle 48 ore. In tali occasioni, però, il lavoratore godrebbe sempre della facoltà di rifiutare.

Sospesi, inoltre, la maturazione degli aumenti periodici di anzianità e il computo della base del TFR (Trattamento di Fine Rapporto).

L’accordo introduce la nozione di welfare aziendale: con questo nome si indicano buoni spesa di 20 euro al mese, erogati ogni 3 mesi e solo per il 2017.

In merito, nell’accordo si legge ancora:“L’analisi dei dati e l’eventuale pianificazione dei percorsi formativi saranno svolte sulla base di un colloquio individuale da concordare con il lavoratore cui potrà partecipare, su richiesta, anche un rappresentante delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unite) o delle OO.SS. (Organizzazioni Sindacali).

I dati individuali raccolti non potranno in alcun modo essere utilizzati per risolvere il rapporto di lavoro, per fini disciplinare oppure per definire avanzamenti di carriera”.

Verrà creata una Commissione Paritetica, un organo col compito di monitorare l’attuazione dell’intesa. La Commissione Paritetica sarebbe costituita dalle RSU e dalle OO. SS. territoriali e, per l’azienda, dal Direttore Generale, dal Responsabile del Personale della Società, dal Field Manager e dal HR Manager del sito di Napoli.

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