Accordo raggiunto sulle modalità operative del Sistri, e le sette
società informatiche che si erano rivolte al Tar del Lazio per
chiedere l'annullamento del decreto del ministero
dell'Ambiente istitutivo del Sistema di controllo della
tracciabilità dei rifiuti, hanno rinunciato al ricorso.
I giudici della II sezione bis del tribunale amministrativo nei
prossimi giorni emetteranno una sentenza nella quale prenderanno
atto delle richieste dei ricorrenti e dichiareranno la
"sopravvenuta carenza d'interesse" al ricorso.
A rivolgersi al Tar erano state le società Nica, Mind Informatica,
Byte Elaborazioni, Global Service Communication Sas di Assirelli
Mauro & c, B.M.B. Informatica di Bollani Giuseppina & c. Impresa
Individuale Econ Des Prenn Egon e Softline. Con gli avvocati
Francesco Paoletti e Riccardo Tagliaferri chiedevano
l'annullamento del decreto ministeriale istitutivo del Sistri e
di tutti gli atti amministrativi collegati, a partire
dall'appalto per i programmi software necessari, aggiudicato a
Selex Management (gruppo Finmeccanica).
La rinuncia al ricorso è stata motivata col raggiungimento di un
accordo sulle modalità operative del Sistri. Riservati i contenuti
specifici dello stesso; è stato reso noto soltanto che
l'accordo non ha alcuna natura di tipo economico.
Intanto, l'11 maggio il Sistri verrà messo alla prova nel
corso del "Click Day". Questo il nome della giornata
organizzata Confindustria e Rete Imprese Italia in cui si testerà
la funzionalità dei dispositivi usb e bb del nuovo Sistema di
tracciabililtà dei rifiuti, che entrerà in vigore il prossimo
primo giugno.
Il test si svolgerà con il patrocinio morale del Ministero
dell'Ambiente. Dal primo giugno tutte le movimentazioni
effettuate da produttori e gestori di rifiuti non dovranno più
essere registrate su carta ma con modalità informatiche, tramite
chiavetta Usb.
Sono più di 300mila le imprese chiamate a partecipare al click day
per verificare se il sistema reggerà alla prova dei fatti. Un
debutto con tanti problemi per il Sistri, come scrive il Sole 24
Ore: il sistema deve fare i conti con "il call center che non
risponde, le chiavette Usb in molti casi non sono state distribuite
oppure non funzionano, il manuale e le guide operative cambiano in
continuazione, i tempi per svolgere le singole registrazioni sono
spesso troppo lunghi". Le sanzioni possono arrivare ad un
massimo di 93mila euro, in caso di mancata registrazione di rifiuti
pericolosi.
"Il Click Day rappresenta un modo per le imprese per tutelarsi
e ridurre al minimo il rischio di sanzioni, mentre per il Ministero
dell’Ambiente rappresenta un modo per avere dati più certi sullo
stato delle imprese e per risolvere il problema ancora pesante
della completa funzionalità del Sistema – scrive confindustria in
un comunicato -. Sulla base dei risultati sarà forse possibile
fare poi proposte oggettive. Un Click Day per capire se il sistema
regge, in presenza di un sistema sanzionatorio pesantissimo.
Perché se l'impatto 'quantità delle comunicazioni'
fosse negativo ci troveremmo davanti nel contempo alla mancanza di
flessibilità del Sistema che sarebbe devastante per tutte le
componenti del Sistema di gestione dello smaltimento. Per questo
serve agire sotto sforzo per aumentare le criticità".