“Il 5G è la pietra miliare dei piani europei per industria 4.0”: lo ha detto Roberto Viola, Director General della DG Connect (Commissione Ue) nel corso dell’evento su “5G Action Plan: from Research to Trials” al MWC 2017 nel corso del quale è stato fatto il punto su prospettive, investimenti e standard della nuova tecnologia nonché sulle aspettative delle industrie coinvolte nel suo sviluppo (seduti al tavolo fra gli altri Nokia, Telecom Italia, Ericsson, Huawei, Bmw, Orange). Secondo Viola il 5G “rappresenta un’infrastruttura strategica per l’Europa, destinata a trasformare non solo l’industria, ma anche la sanità e i trasporti”. L’obiettivo è “che almeno una città in ogni Stato europeo entro il 2020 sia dotata di infrastruttura 5G”. Ma per raggiungerlo “è necessaria la cooperazione” fra tutti gli Stati. E ogni Paese, per concorrere al target, deve “includere la strategia 5G nei propri piani per la banda larga”.
Il lavoro preparatorio per il 5G è andato avanti sotto la guida del 5G-Public Private Partnership (5G-PPP), l’asse pubblico-privato lanciato dalla Commissione Ue e dalle industrie manifatturiere, delle Tlc, service provider e ricercatori: nel corso dell’evento a Barcellona è stato presentato un Libro Bianco che individua le raccomandazioni delle Tlc Ue sui fronti degli standard, delle frequenze, della regolamentazione.
Focus in particolare sugli esperimenti e i test di convalida, oltre che sulle prove sul campo: tutti passaggi considerati necessari dal piano d’azione 5G: la tabella di marcia per la realizzazione di test pre-commerciali prevede per il 2018 il lancio di progetti in settori chiave da promuovere a livello europeo.
Procede il piano italiano per liberare frequenze a favore del 5G. Anche se, come sottolinea oggi la testata specializzata PolicyTracker, non è “una missione semplice”. “Il governo italiano”, si legge, deve liberare la banda 700Mhz “entro il 2022 a favore dei servizi di banda larga mobile e del 5G, ma il cammino è ostacolato da una grande abbondanza di multiplex Tv”.