“Vigilare e perseguire è un dovere per Agcom, ma deve essere anche un’estrema ratio. La regola deve essere quella di una pubblicità corretta e rispettosa di diritti e sensibilità”. Con queste parole, il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, ha aperto il dibattito al convegno che si è tenuto oggi presso la sede dell’Agcom a Roma dal titolo “Autorità pubblica e autodisciplina, gli strumenti di tutela nei digital media”, alla presenza di esperti del settore, del mondo universitario e rappresentanti delle Istituzioni e dei consumatori.
Per Cardani il web rappresenta un’opportunità straordinaria, ma non può non suscitare diffidenza: “Il dibattito sulle fake news è diventato planetario; la cybersicurezza, la profilazione dell’utente, le truffe informatiche, sono problemi che coinvolgono direttamente anche gli investitori e gli operatori della pubblicità in rete. Servono correttezza, trasparenza, autocontrollo. Ed il modello autoregolamentare, adottato nella seconda metà degli anni ’60 può e deve giocare ancora oggi un ruolo decisivo sul fronte della pubblicità nei digital media”.
Anche per il commissario Antonio Martusciello, “l’autoregolamentazione ha fronteggiato l’inadeguatezza degli strumenti regolamentari di tipo tradizionale e ha costituito un sistema di tutela particolarmente utile. Ma è necessario interrogarsi a monte sull’efficacia dei mezzi regolatori fin qui adottati. “Il settore dell’advertising online – ha proseguito Martusciello – è oramai una realtà consolidata di mercato, come testimoniato dall’andamento dei dati del Sistema Integrato delle Comunicazioni: i ricavi da pubblicità online del SIC si attestavano nel 2012 a un valore di 1,5 miliardi, per arrivare al 2015 a un valore di 1,7 miliardi di euro, con una crescita del 2,2% sull’anno precedente”.
Il Commissario Antonio Nicita, moderatore del panel dedicato al gioco on line, ha posto l’accento sulla co-regolamentazione: “Si tratta di un modello positivo, perché permette interventi celeri, selettivi e di autoregolazione. L’Autorità può o deve comunque intervenire anche sui casi già affrontati da Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, perché è il soggetto pubblico che deve difendere coloro che non hanno voce, che non hanno organizzazione o che nemmeno sanno di avere diritti sui quali reclamare il rispetto”. Con riguardo al tema della dipendenza del gioco d’azzardo, anche on-line, che sta diventando un problema economicamente e socialmente rilevante, Nicita ha espresso l’auspicio che “l’Autorità lo affronti presto con il dovuto rigore a partire dalla definizione di ‘audience prevalente’ e non solo esclusiva di minori con riferimento a giochi e comunicazioni commerciali su mezzo televisivo e on-line”.