Il 2011 dovrebbe essere l’anno del decollo a grande scala delle
tecnologie Nfc (near field communications) nei dispositivi mobili:
telefonini, smartphone, tablet. I servizi offerti da queste
tecnologie sono svariati e rientrano nelle applicazioni pervasive
dell’Internet delle cose: per realizzarle è quindi
indispensabile che non solo i dispositivi mobili ma anche gli
ambienti ove si opera siano dotati di impianti Nfc.
Ad esempio, per effettuare i pagamenti mobili di prossimità è
necessario che i Pos (point of sale) posti nei negozi, negli uffici
postali e nelle pubbliche amministrazioni siano abilitati
all’Nfc. In generale, l’interazione dei dispositivi mobili
dotati di lettori Nfc e Rfid (radio frequency identification)
avviene inserendo nell’ambiente circostante etichette e
cartelloni intelligenti (smart tags, smart posters), che permettono
l’identificazione dell’utente e lo scambio di informazioni per
il ticketing, l’apertura di varchi, la ricezione di coupon,
ecc.
Una delle prime applicazioni dell’Internet delle cose si chiama
mobile-health (m-health), salute, benessere in mobilità, e si basa
sull’uso di telefonini dotati di Nfc e sulla diffusione di
strumenti medicali abilitati all’Nfc e di medicinali dotati di
etichette Rfid. La figura mostra appunto un telefonino Nfc che
legge la pressione del sangue (sistolica e diastolica) e la
frequenza dei battiti cardiaci; successivamente il telefonino
inoltra i dati misurati verso un centro servizi di telecontrollo e
monitoraggio dei pazienti.
L’uso dei telefonini per il controllo della salute a distanza
contrasta decisamente con l’altra faccia della medaglia, quella
dei telefonini che fanno male alla salute (a causa dei campi
elettromagnetici che emettono). Ma se li equipaggio con lettori Nfc
e Rfid e con del software specifico, i telefonini diventano una
formidabile centralina di controllo e comunicazione di un sistema
di monitoraggio della salute a casa di anziani, degenti e malati
cronici. Inoltre, il sistema di m-health può essere
convenientemente usato da tutte le persone che vogliano migliorare
la loro qualità della vita, effettuando attività sportiva e
controllando il proprio benessere.
Il sistema di m-health realizzato con il telefonino è
paziente-centrico, permette di svolgere una serie di funzioni di
telemedicina: il controllo della localizzazione del paziente, il
monitoraggio di parametri medici a distanza, lo scambio di
informazioni con gli ospedali e i medici, nonché la diagnosi
remota e la ricezione di istruzioni periodiche per le attività di
sostegno, il dosaggio e la verifica dei medicinali, ed infine
l’intervento in casi di emergenza. La telemedicina in mobilità
è applicabile con efficacia in moltissimi casi di pazienti che, in
autonomia oppure assistiti, possano effettuare le misure, inviarle
e ricevere le istruzioni per le attività di sostegno e i
medicinali. Per una copertura adeguata negli ambienti in-door i
telefonini e gli smartphone per applicazioni di telemedicina
dovranno essere dotati di accessi Wi-fi, oppure di comunicazioni
cellulari 3G/4G, preferibilmente tramite femtocelle.
Secondo Gsma e McKinsey le soluzioni di m-health abiliteranno
risparmi molto sostenuti, in particolare per la gestione dei malati
cronici (ipertesi, diabetici e cardiopatici): soltanto per questa
categoria nei paesi Oecd e Bric si stimano risparmi annuali a
regime dell’ordine di 175-200 miliardi di dollari. Per ottenere
tali risparmi è necessario che i macchinari medici (bilance,
misuratori di pressione, battito cardiaco, tasso di glucosio, ecc.)
siano equipaggiati con tecnologie Nfc, così come per il controllo
dei medicinali, questi devono essere dotati di etichette Rfid.