Dare un taglio netto alle spese sostenute dallo Stato per le intercettazioni telefoniche, riducendo di circa il 50% le tariffe. E’ l’obiettivo dell’emendamento presentato dal governo al Ddl di riforma penale, illustrato in aula da Anna Finocchiaro, ministra per i rapporti con il Parlamento. La proposta dell’esecutivo, sulla cui valutazione il governo “si affida alla commissione Giustizia“, sottolinea Finocchiaro, “interviene sulla attuale disciplina delle spese relative alle prestazioni obbligatorie rese dagli operatori di comunicazione e le prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione” e consentirà “risparmi di spesa quantificabili in 10 milioni per 2017, 20 milioni per il 2018 e 50 milioni per 2019″.
“Con l’emendamento – prosegue la ministra – si introducono norme per la riduzione delle spese sostenute in materia di prestazioni obbligatorie per le intercettazioni, ovviamente svolte su disposizione dell’autorità giudiziaria, con l’obiettivo di risparmio pari almeno al 50% rispetto alle tariffe del vigente listino“.
“Si prevede inoltre – argomenta Finocchiaro – la tipizzazione delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazioni per ridefinire correttamente le corrispondenti tariffe attraverso appositi decreti ministeriali. Si interviene sulla disciplina in materia di liquidazione delle spese di giustizia per razionalizzare e ottimizzare la relativa gestione da parte degli uffici giudiziari. Infine si prevede la tipizzazione delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazioni per ridefinire le corrispondenti tariffe a mezzo di un apposito decreto ministeriale che dovrà rideterminarle per ogni tipo di prestazione in misura non superiore al costo medio di ciascuna come rilevato per il biennio precedente all’esito del monitoraggio effettuato dal ministero della Giustizia“.