Raffica di perquisizioni per l’indagine sul giallo delle copie digitali. La Guardia di Finanza sta eseguendo 4 decreti di perquisizione nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sui conti del gruppo Sole 24 Ore. Inchiesta che al momento vede 10 persone indagate per false comunicazioni sociali e appropriazione indebita da circa 3 milioni di euro. Al centro dell’indagine una presunta fittizia sottoscrizione di decine di migliaia di abbonamenti digitali.
Dopo tre mesi di indagini sul “giallo” delle 109.500 copie digitali multiple, dichiarate nel marzo 2016 dalla casa editrice controllata da Confindustria ma poi sospettate d’essere “fantasma” e perciò tolte dal computo della diffusione dalla società Ads certificatrice delle vendite dei giornali, la Procura di Milano esce allo scoperto.
Due i filoni di indagine. Il primo ipotizza il reato di “false comunicazioni sociali” a causa dell’impatto della fittizietà di quelle copie multiple digitali sui conti reali del bilancio 2015 e vede indagati il direttore del Sole 24Ore, Roberto Napoletano, responsabile anche di Radio 24 e dell’agenzia di stampa Radiocor; Benito Benedini, ex presidente della casa editrice durante la presidenza confindustriale di Giorgio Squinzi, nonché ex presidente di Fondazione Fiera Milano e di Assolombarda. Indagata anche Donatella Treu, già amministratore delegato e direttore generale del gruppo quotato in Borsa.
Nel secondo filone la Procura indaga sul rapporto tra il Sole 24 Ore e la società inglese Di Source Limited, incaricata di raccogliere e attivare gli abbonamenti digitali di copie in realtà inattive e dunque “gonfiate” nei numeri proposti agli inserzionisti pubblicitari e al mercato editoriale: sono indagati per l’ipotesi di reato di “appropriazione indebita” – si stimano circa 3 milioni di euro – l’ex direttore dell’area digitale del gruppo Sole 24 Ore, Stefano Quintarelli, attuale deputato di Civici e Innovatori; l’ex direttore finanziario del gruppo editoriale, Massimo Arioli; l’ex direttore dell’area vendite, Alberti Biella; Filippo Beltramini, direttore di una società inglese (Fleet Street News Ltd) interamente controllata da Di Source Limited, e responsabile dei rapporti con i clienti italiani della Di Source; il commercialista Stefano Poretti; e il fratello del deputato, l’imprenditore Giovanni Quintarelli.
Secondo quanto si legge nel decreto di perquisizione della procura, le vendite delle copie digitali del quotidiano economico sono state “enfatizzate” e sono “false” e si sarebbe verificato “uno scostamento tra la rappresentazione della realtà economica della società e la situazione effettiva”. “Si è veicolato un messaggio largamente positivo sull’andamento economico (vendite crescenti e ricavi correlativi in aumento), laddove le vendite sul digitale tanto enfatizzate erano false e una percentuale significativa delle quote cartacee andava dritta al macero”, si legge nel documento.
“In riferimento alle comunicazioni della Procura di Milano, Confindustria conferma piena fiducia alla magistratura nella sua azione e ribadisce la necessità che venga fatta la più ampia chiarezza sui fatti passati relativi al Sole 24 Ore – si legge in una nota di Confindustria – Il Cda del Gruppo editoriale valuterà nella sua autonomia le azioni da prendere. Confindustria, nella sua qualità di azionista di maggioranza del Gruppo, valuterà tutte le azioni necessarie a tutela propria e degli altri azionisti”.
Intanto i giornalisti del Sole 24 ore hanno proclamato uno ”sciopero ad oltranza finché il direttore Roberto Napoletano non lascerà la guida del giornale”, si legge in una nota del Cdr.