MEDIA

Rai 24 in rampa di lancio, Gabanelli verso direzione. Ma è polemica

Il Dg Antonio Campo Dall’Orto vorrebbe l’ex conduttrice di Report alla guida delle news via Internet. Anzaldi (Pd): “Sarebbe uno schiaffo al governo, che chiede di ridurre le direzioni, e a Cda”. L’azienda: “Al momento nessuna nuova testata in vista”

Pubblicato il 14 Mar 2017

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Potrebbe essere Milena Gabanelli, reduce da 20 anni di conduzione a Report, a dirigere la nuova testata giornalistica che potrebbe presto vedere la luve in casa Rai, che sarebbe la decima di viale Mazzini. Il nome della nuova testata, secondo quanto annunciato dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto in una riunione a porte chiuse con i vertici dell’azienda (risorse umane, area digital, staff dei Tg e direttori delle testate) sarà Rai 24. La struttura, anticipa Aldo Fontanarosa su Repubblica.it, conterà su 160 persone: 120 giornalisti e 40 tecnici Web, che confluiranno nella nuova testata da Televideo, dall’online di Rai News 24, e da Tg2 e Tg3.

Dall’azienda arriva però una smentita: “In merito ad alcune indiscrezioni di stampa su nuove testate giornalistiche che Rai avrebbe deciso di creare, si precisa che tali notizie sono prive di fondamento – si legge in una nota dell’azienda – Tale percorso necessita peraltro di un’interlocuzione e di un’approvazione formale da parte del Consiglio di amministrazione”. “Risponde invece al vero – prosegue il comunicato di viale Mazzini – che l’azienda voglia colmare la distanza che la separa da altre piattaforme d’informazione online, un intervento da tempo annunciato che si inserisce nel percorso di innovazione digitale avviato con successo da Rai Play, e che a questo compito il direttore generale abbia chiamato a dare il suo prezioso contributo Milena Gabanelli. Ogni passaggio relativo a questo processo – conclude la nota – dovrà necessariamente avvenire attraverso il positivo confronto messo in atto con il Cda e con tutti i soggetti competenti relativamente al Piano per l’Informazione”.

La decisione del direttore generale, tra l’altro, rappresenterebbe “un’eccezione” rispetto alla richiesta arrivata alla Rai dal Governo con lo schema di concessione del servizio pubblico alla Rai approvato venerdì dal Consiglio dei ministri, in cui si chiede alla Tv di Stato di ridurre le testate giornalistiche. La decisione però, secondo il Dg, non sarebbe più rinviabile, se si vuole porre rimedio e recuperare il gap accumulato nel tempe da viale Mazzini sull’informazione online.

La riduzione delle testate potrebbe invece arrivare per altre vie, razionalizzando l’esistente attraverso il piano di riforma delle new che è in fase di studio. Ma sul percorso della creazione della nuova testata iniziano già a comparire i primi ostacoli, come anche sull’eventuale ruolo della Gabanelli. Le prime perplessità vengono dal Consiglio d’amministrazione, che pure sarà chiamato a votare su questi ordini del giorno, e che non sarebbe stato coinvolto nella messa a punto del progetto: “Con tutto il rispetto e l’ammirazione per la Gabanelli, il cui prestigio non si discute – afferma il consigliere Franco Siddi – io credo che la Rai non abbia bisogno di un nuovo direttore. Di direttori, noi ne abbiamo già a iosa”.

Anche Michele Anzaldi, parlamentare del Partito democratico e segretario della commissione di vigilanza Rai, non risparmia critiche all’idea di Campo Dall’Orto: “L’annuncio da parte di questi vertici Rai dell’ennesimo direttore e dell’ennesima testata, Rai 24, rappresenta un vero e proprio schiaffo sia per il Governo, che ha appena inserito nella nuova Concessione la riduzione delle direzioni, sia per il Cda, tenuto all’oscuro e informato a cose fatte dai giornali dopo che il direttore generale aveva già presentato la novità ai direttori dei telegiornali, insieme ai massimi dirigenti di Viale Mazzini che dirigono il Personale e l’area digital. Ancora una volta assistiamo ad un episodio di analfabetismo istituzionale e gestionale che sconfessa il mandato ricevuto”. “Intanto del nuovo piano dell’informazione, a un anno e mezzo dall’insediamento di questi vertici, non c’è ancora traccia – conclude Anzaldi – mentre le direzioni aumentano e addirittura i direttori di testata verrebbero messi di fronte a pesanti riduzioni di organico senza che ci sia dietro alcun progetto complessivo per l’informazione”.

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