E-health, l’Europa segna il passo

Le rilevazioni della Commissione Ue mostrano uno scenario in chiaro-scuro: il 90% degli ospedali continentali è dotato di connessioni broadband ma solo il 4% consente la fruizione di servizi da remoto da parte dei pazienti. Telemedicina adottata da appena l’8% delle strutture

Pubblicato il 11 Mag 2011

Gli ospedali europei ancora non sfruttano a pieno le potenzialità
offerte dalla gestione elettronica della sanità. Secondo un
sondaggio condotto per conto della Commissione europea, anche se
più del 90% degli ospedali europei è connesso alla banda larga e
l’80% possiede sistemi di archiviazione elettronica dei dati dei
pazienti, solo il 4% offre ai pazienti accesso online alle cartelle
cliniche. Gli ospedali europei sono più avanzati di quelli
americani nella capacità di ricorrere a consulenze di medici
esterni, ma restano indietro nell’uso dell’eHealth per
visionare risultati di laboratorio o immagini radiologiche e
nell’offrire servizi per i pazienti.

Il sondaggio fornisce dati utili per il lavoro della Eu eHealth
Task Force, il cui compito è valutare il ruolo delle tecnologie
Ict nell’assistenza sanitaria e sociale e suggerire modi in cui
le Ict possono accelerare l’innovazione in ambito sanitario a
beneficio di pazienti, medici e strutture ospedaliere.

Come noto, la EU eHealth Task Force si è riunita ieri per la prima
volta a Budapest nell’ambito della eHealth week (10-12 May).
L’adozione delle tecnologie per l’eHealth in Europa, allo scopo
di migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria, ridurre i
costi medici e aiutare i malati cronici a condurre una vita
indipendente, rappresenta un obiettivo chiave all’interno della
Digital Agenda for Europe, che, ad esempio, richiede che entro il
2015 i pazienti europei abbiano accesso online ai loro dati
medici.

Le applicazioni dell’eHealth svolgono un ruolo sempre più
importante negli ospedali europei, riconosce lo studio della
Commissione Ue, ma l’adozione delle tecnologie Ict varia di molto
da Paese a Paese: i leader, come in altri settori, sono gli
scandinavi. Il sondaggio della Commissione è stato realizzato con
i dati di 906 ospedali pubblici e privati nel 2010 in tutti e 27 i
membri Ue, più Croazia, Islanda e Norvegia.

Le grandi strutture pubbliche o universitarie sono solitamente più
avanzate delle piccole cliniche private: il 92% dei grandi ospedali
è connesso alla banda larga e il 41% ha connessioni ad almeno
50Mbps; l’81% ha sistemi di archiviazione elettronica dei dati
dei pazienti; il 71% usa sistemi di prenotazioni online per gli
appuntamenti; il 61% ha un sistema di archiviazione e comunicazione
basato su It; il 43% scambia elettronicamente immagini radiologiche
e il 39% usa anche sistemi di videoconferenza per consulti con
medici esterni.

Meno diffusi i servizi per i pazienti, come le ricette online, il
monitoraggio a distanza o l’accesso via Internet dei pazienti
alle proprie cartelle cliniche: solo il 54% degli ospedali Ue ha il
wifi; solo il 30% usa le prescrizioni elettroniche per i farmaci;
solo l’8% permette ai pazienti di prenotare da sè gli
appuntamenti via Internet; appena l’8% può monitorare i pazienti
a casa; il 5% ha qualche forma di scambio di dati clinici con
medici di altri Paesi Ue; solo il 4% permette ai pazienti di
accedere online alla propria cartella clinica.

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