Dichiarazione a otto sull’implementazione di un network europeo di “exascale computer”, i supercomputer da 1.018 calcoli al secondo. E’ il cuore del maxi-progetto, assimilabile per dimensione al Galileo degli anni 2000, al centro di uno dei tre trattati firmati oggi al Digital Day 2017 (qui il testo integrale): gli altri due su automotive e Industria 4.0. L’intesa sull’High Performance Computing – su cui l’Europa sta già investendo 700 milioni provenienti da Horizon2020) vede l’Italia insieme a Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Spagna e Olanda unire le forze per fare della Ue un player globale nell’Hpc, cluster di processori in grado di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale: si tratta delle infrastrutture di nuova generazione di computing e data che saranno messi a disposizione di comunità scientifiche, ma anche dell’industria e delle amministrazioni pubbliche.
L’infrastruttura sosterrà anche il Cloud europeo della scienza che offrirà 1,7 milioni di ricercatori in Europa e 70 milioni di scienza e tecnologia professionisti un ambiente virtuale per archiviare, condividere e riutilizzare i loro dati attraverso le discipline e delle frontiere.
“L’Italia considera strategiche le infrastrutture di supercalcolo che l’Europa oggi, con il Digital Day, si impegna a sviluppare nel prossimo futuro”: lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, intervenendo all’evento. Queste infrastrutture, ha detto Fedeli “diverranno fondamentali per istituti di ricerca italiani come Cineca, Garr, Infn e il Cnr”. Inoltre la possibilità di accedere facilmente a risorse di calcolo e gestione di grandi banche dati attraverso linee di alta velocità potrebbe “aumentare la competitività delle piccole e medie imprese italiane”, con un impatto positivo sia sulla crescita del mercato digitale, sia sui posti di lavoro.
Leggi il reportage di Corcom sul #DigitalDay17