Telecom stringe sulla newco della rete per le aree a fallimento di mercato. L’advisor Rothschild ha già contattato diversi interlocutori, tra fondi infrastrutturali, di private equity e sovrani, con l’obiettivo di selezionare già la prossima settimana un numero più ristretto di interessati a cui inviare un information memorandum e scegliere, prima dell’estate, il partner finanziario che deterrà la maggioranza della società.
Tra i potenziali interessati alla newc di Telecom c’è l’australiana Macquaire, il fondo del Qatar Qia e – secondo il Sole 24 Ore – anche F2i, ex azionista di Metroweb che ha un’opzione di rientro in Open Fiber che però non ha ancora esercitato. Un portavoce di F2i smentisce però di aver manifestato interesse per la società che Tim costituirà per realizzare la rete a banda ultralarga nelle aree cosiddette a fallimento di mercato. Una fonte vicina alla vicenda ha detto all’agenzia di stampa Reuters che “a F2i é stato chiesto di valutare la possibile operazione”.
Intanto si scaldano i motori in vista dell’assemblea dei soci di Telecom in agenda il 4 maggio. Ieri era circolato il nome di Luca Cordero di Montezemolo tra i “papabili” per la presidenza Telecom, ma il manager stesso ha smorzato le voci.
Le liste per il rinnovo del board dovranno essere presentate entro il 9 aprile. Secondo il Sole 24 Ore,Vivendi punterà ad aggiudicarsi i due terzi dei posti nel board che, secondo le nuove regole statutarie, sono riservati alla lista che otterrà più voti. La media company francese che detiene il 23,9% di Telecom sta ancora valutando, ma la decisione finale spetterà a Vincent Bolloré. Se il Cda uscente ha suggerito una riduzione del numero di componenti fino a 13 (dai 16 attuali), si starebbe ragionando – a quanto risulta – sul numero di 15. Vivendi dovrebbe proporre dieci nominativi, di cui cinque indipendenti. Nell’ambito dei ragionamenti in corso punto fermo sarebbe la conferma di Flavio Cattaneo nel ruolo di Ad e, per quanto riguarda gli indipendenti, la conferma di Felicité Herzog.
Più aperta invece la questione della presidenza. Con la conferma di Cattaneo e del presidente Giuseppe Recchi sarebbero tre i nomi non “indipendenti” da formulare. Si era parlato di Amos Genish, l’ex ceo della brasiliana Gvt che è stato arruolato recentemente nelle fila di Vivendi, se non fosse che Genish ha firmato un patto di non concorrenza con Telefonica (che ha rilevato Gvt, spuntandola su Telecom) che scade a luglio e dunque non sarebbe spendibile in questo momento. L’alternativa a Recchi sarebbe quella di una candidatura di Arnaud de Puyfontaine, il ceo di Vivendi che oggi è vice-presidente di Telecom. Intanto c’è da segnalare la discesa sotto il 3% del capitale di Telecom da parte di Norges Bank. Come comunicato dalla Consob la quota della banca centrale norvegese è diminuita dal 3,59 al 2,91%.