Uber saluterà tra un mese il mercato danese a causa della nuova legge sui taxi. La compagnia di trasporto privato ritirerà i propri servizi dalla Danimarca in risposta alle nuove norme che stabiliscono dei requisiti specifici per gli autisti, a partire dall’obbligo di tassametro. Lo ha reso noto la società, presente nel Paese nordico dal 2014 con la sua app, facendo intendere che la scelta è dettata dalle contingenze attuali e che non è escluso un ritorno sui propri passi: “Continueremo a lavorare col governo nella speranza che aggiornino le normative proposte e consentano ai danesi di godere i benefici delle tecnologie moderne come Uber”, ha dichiarato l’azienda”.
Alle prese con diverse grane nei Paesi in cui opera, tra cui l’Italia dove il caso Uber sta animando il dibattito politico e il lavoro del governo, la multinazionale si dovrebbe però consolare con il potenziamento patrimoniale della cugine cinese Didi Chuxing Technology, di cui detiene circa il 17% dopo l’accordo miliardario che ha messo fine alla guerra di mercato in Cina. Sulla compagnia asiatica, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, starebbe per piovere un finanziamento da 6 miliardi di dollari da parte di Softbank. Il colosso giapponese, attivo in diversi settori dalle telecomunicazioni alla finanza, è in trattative per finanziare lo sviluppo delle auto a guida autonoma. Un fronte di ricerca e sviluppo importante anche per Uber, nonostante la frenata di qualche giorno fa dall’incidente della sua Volvo senza pilota.
Il grosso dell’investimento arriverebbe da Vision Fund, il fondo da 100 miliardi di dollari messo in piedi da SoftBank per gli investimenti nei progetti hi-tech ad alto valore aggiunto. Didi è diventato il principale operatore di trasporto privato in Cina proprio dopo la fusione con le attività locali di Uber. Per Softbank si tratterebbe di un ulteriore passo nel mondo dei trasporti: dopo aver guidato un gruppo di investitori in Grab, altra rivale di Uber nel sud-est asiatico, Softbank ha guidato un finanziamento da 600 milioni di dollari in Kuaidi Dache, altra società cinese poi fusasi nella stessa Didi.
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