Realizzare un Catasto Nazionale delle reti idonee ad installare la
fibra e riutilizzare i cavidotti esistenti per la diffusione delle
Ngn. Rispondendo a una consultazione pubblica lanciata
dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni,
l'Anfov, l'associazione per la convergenza nei servizi di
comunicazione, si è recentemente pronunciata a favore del fatto
che l'Agcom promuova e gestisca un Catasto Nazionale delle
infrastrutture per l’installazione delle reti di comunicazione
elettronica e a favore dell'omogeneità di regole valide a
livello nazionale per l'accesso e la condivisione delle
infrastrutture presenti nei territori comunali da parte dei gestori
delle Tlc
Secondo l’Anfov “la questione delle infrastrutture è
strategica per lo sviluppo delle reti di Nuova Generazione a banda
ultralarga (Ngan, Next Generation Access Networks) dal momento che
i costi infrastrutturali per le sole opere civili – in
particolare per gli scavi e la posa delle fibre ottiche – possono
valere fino al 70-80% dei costi complessivi dello sviluppo di una
rete Ngan.
Per favorire lo sviluppo e la rapida diffusione delle reti di nuova
generazione è quindi fondamentale il riutilizzo dei cavidotti
esistenti. “I principali problemi sono la mancanza di una
mappatura dei cavidotti esistenti sul territorio nazionale e la
disomogeneità dei permessi per il loro utilizzo o per nuovi scavi,
rilasciati in base a criteri non uniformi e gestiti in modo
autonomo dagli enti locali”.
L'Anfov ritiene che “occorra favorire il riutilizzo da parte
di tutti gli operatori degli spazi delle infrastrutture esistenti
secondo una opportuna regolamentazione e sotto il controllo di un
ente indipendente, come appunto l'Autorità per le Garanzie
nelle Comunicazioni. Attualmente infatti ogni comune e ogni ente
pubblico gestisce l'accesso alle infrastrutture pubbliche con
criteri disomogenei perché dipendenti dalle specifiche norme
locali, una frammentarietà che frena la realizzazione delle nuove
reti e impone oneri aggiuntivi agli operatori di
telecomunicazione”.
Il documento Anfov è stato realizzato grazie ai contributi di
Accenture, Colt Technology Services, Fastweb, Italtel, Sirti,
Telecom Italia, Valtellina, Wind, oltre alla collaborazione di
Cittalia-Fondazione Anci Ricerche dell'Associazione Nazionale
Comuni Italiani, ed è stato accolto positivamente
dall'Autorità.
In particolare l'associazione ritiene che sia necessario un
intervento dell’Autorità per: garantire l’unitarietà e
l’uniformità su tutto il territorio nazionale dei procedimenti
autorizzativi per l’installazione delle reti di comunicazione
elettronica, applicando il principio della semplificazione
amministrativa; assicurare che agli operatori di comunicazione
elettronica non vengano imposti oneri ulteriori rispetto a quelli
previsti dalla Legge; consentire, attraverso l’istituzione del
Catasto delle infrastrutture, l’accesso da parte degli operatori
di comunicazione elettronica ad informazioni aggiornate relative
alle infrastrutture esistenti e ai nuovi progetti in grado di
ospitare reti di comunicazione elettronica.
Il documento Anfov è stato realizzato grazie ai contributi di
Accenture, Colt Technology Services, Fastweb, Italtel, Sirti,
Telecom Italia, Valtellina, Wind, oltre alla collaborazione di
Cittalia-Fondazione Anci Ricerche dell'Associazione Nazionale
Comuni Italiani, ed è stato accolto positivamente
dall'Autorità.
“Siamo particolarmente soddisfatti perché la nostra associazione
è riuscita a fornire un contributo prezioso per l'Autorità
– dice Nino Catania, direttore generale dell'Anfov – Dal
punto di vista associativo si è trattato di un tentativo
perfettamente riuscito, come del resto è avvenuto altre volte, in
cui le società di telecomunicazioni associate, che normalmente
operano in concorrenza, si sono impegnate positivamente per trovare
un terreno comune di intesa nell’interesse del Paese, questa
volta anche grazie alla collaborazione di Anci”.