Endeavour, scatta il countdown. Il lancio lunedì 16

A Cape Canaveral è ripartito il timer che scandisce il conto alla rovescia. Lo scorso 29 aprile l’operazione era stata rinviata per un guasto agli alimentatori supplementari della navicella

Pubblicato il 13 Mag 2011

Nella base della Nasa a Cape Canaveral è ripartito il timer che
scandisce il conto alla rovescia in vista del lancio dello Shuttle
Endeavour, in programma alle 14,56 (ora italiana) di lunedì 16
maggio. Il 29 aprile il timer si era fermato quando al lancio
mancavano poco più di tre ore a causa di un guasto elettrico dello
shuttle. Adesso il problema è risolto e i preparativi per il
lancio stanno procedendo spediti.

Sono buone al momento anche le previsioni meteo: secondo
l'ufficio di previsioni della Nasa sono del 70% le probabilità
che lunedì ci siano condizioni favorevoli al lancio. Ieri nel
Kennedy Space Center di Cape Canaveral sono arrivati i sei uomini
dell'equipaggio dell'Endeavour: al comando di Mark Kelly ci
sono il pilota Gregory Johnson e gli specialisti di missione
Michael Fincke, Greg Chamitoff, Andrew Feustel e Roberto Vittori,
astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e colonnello
dell'Aeronautica Militare Italiana.

Ne dettaglio la missione era stata rinviata per guasti agli
alimentatori supplementari della navicella che con dopo il prossimo
viaggio va in pensione.
L’ultima missione – la Sts-134 – dovrà “cercare” nello
spazio particelle di materia e antimateria. La missione
dell'Endeavour è a forte insegna tricolore. E non solo perché
a bordo ci sarà un astronauta italiano, Roberto Vittori, alla sua
terza missione con lo Shuttle, mentre ad accoglierlo nella Iss vi
sarà un altro italiano, Paolo Nespoli: per la prima volta due
italiani si ritroveranno insieme nello spazio.

Quella che partirà  sarà una missione “italiana” anche dal
punto di vista scientifico. Compito principale dello Shuttle sarà
infatti portare in orbita e agganciare alla Iss l’Ams (Alpha
Magnetic Spectometer), un rilevatore di particelle progettato
proprio per essere collocato nella Iss e che cercherà,
“setacciando” miliardi di raggi cosmici con i suoi rilevatori,
di scoprire l’esistenza di tipi di particelle elementari che non
si possono riprodurre nella terra con gli acceleratori.

Particelle che potrebbero rivelare l’esistenza di antistelle e
antigalassie, o darci qualche indizio in più sulla natura della
materia oscura che dovrebbe costituire circa un quarto
dell’intero Universo.

Nell’Ams, che nasce dalla collaborazione ultradecennale fra 16
Paesi, l’Italia ha un ruolo di primo piano con l’Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare e l’Agenzia Spaziale Italiana e
l’Agenzia Spaziale Italiana. Uno sforzo testimoniato anche
dall’affidamento dell’incarico di vice-responsabile del
progetto Ams a Roberto Battiston, docente all’Università di
Perugia e presidente della commissione Infn di Fisica
Astroparticellare.

I ricercatori italiani si sono valsi del supporto di varie
industrie aerospaziali nazionali come Carlo Gavazzi Space, G&A
Engineering, Fbx-irst, Caen Aerospace, Euromec, RI-BA Composites,
Carso.

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