LA RICERCA

Industria 4.0, in Italia si apre la partita: cresce la quota di investimenti

Indagine Pwc: il 37% delle imprese italiane investirà nei prossimi 5 anni sino al 3% del fatturato, il 34% tra il 4%-5% mentre il 22% allocherà risorse per oltre il 9%. Ma la mancanza di skills e consapevolezza nel top management mettono a rischio i piani di sviluppo

Pubblicato il 05 Apr 2017

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Netta crescita della quota del fatturato che le aziende investiranno in Industry 4.0 nei prossimi 5 anni. Il 56% delle aziende italiane interessato agli incentivi fiscali 2017, ma mancano competenze e cultura aziendale. E’ quanto emerge da una survey condotta da PwC su oltre 400 aziende italiane per comprendere l’importanza che viene riconosciuta all’industria 4.0, la maturità di questi progetti e l’approccio delle società stesse.

Per sviluppare le potenzialità dell’industria 4.0 le aziende nel mondo investono ogni anno oltre 900 miliardi di dollari e l’indagine evidenzia, anche in Italia, un’attenzione crescente verso la digitalizzazione delle operazioni e l’utilizzo sempre più spinto delle informazioni sia nell’area del processo produttivo che nello sviluppo del prodotto e del mercato. A conferma dell’importanza degli investimenti in soluzioni digitali, il 37% dei rispondenti italiani prevede di investire nei prossimi 5 anni sino al 3% del proprio fatturato in tali progetti, il 34% ha indicato di voler allocare il 4%-5% del fatturato, il 22% una percentuale superiore tra l’8% ed il 9% del fatturato, mentre il 7% investirà almeno il 10%, tassi in netta crescita rispetto a quanto le stesse aziende hanno dichiarato di aver investito negli ultimi due anni.

Nel dettaglio, il 56% delle aziende che hanno partecipato alla survey hanno indicato di essere molto interessate ai benefici del piano di inventivi fiscali della Legge di Bilancio 2017 sul tema Industry 4.0, pur non avendo ancora tutte le competenze necessarie a valutare correttamente come muoversi ed i primi step, il 40% si è già strutturato e mosso in tale direzione, mentre il 4% ha indicato uno scarso interesse.

All’interno delle aziende, permangono dei fattori inibitori che ostacolano il processo di digitalizzazione dei processi operativi, tra i principali: per il 23% dei rispondenti è la mancanza di cultura digitale e formazione, per il 21% l’assenza di una chiara visione digitale e leadership del top management, per il 14% investimenti adeguati in tali direzione, seguiti tra i fattori principali dall’incertezza del ritorno sugli investimenti (12%) e la mancanza di talenti digitali (10%).

Guardando agli obiettivi di un programma di Industry 4.0, il 45% dei rispondenti indica la riduzione di costi aziendali e un conseguente aumento dell’efficienza, il 26% un’accelerazione nell’introduzione di maggiori tecnologie e le collegate competenze, il 9% lo sviluppi di nuovi prodotti digitali ed il 20% l’accesso alle agevolazioni fiscali oggi disponibili. I processi aziendali che potrebbero principalmente beneficiare di questi progetti sono la pianificazione della produzione (24%), lo sviluppo del prodotto e la sua industrializzazione (23%), il Data Analytics (19%), l’ottimizzazione dei canali di vendita e marketing (13%) e della supply chain (14%).

In relazione alle mosse del Governo sul tema Industry 4.0, ed in particolare circa le criticità maggiori che le aziende hanno riscontrato nella comprensione della normativa, il 48% dei rispondenti italiani ha indicato la comprensione delle caratteristiche che i beni devono possedere, seguito dalla difficoltà nell’abbinare queste caratteristiche al bene presente nel piano investimenti (21%), le difficoltà di collegamento tra beni immateriali e materiali (13%) ed i dubbi legati alla tempistica di consegna e messa in funzione del bene (8%), mentre il restante 10% non ha indicato alcuna criticità o dubbio. Guardando prospetticamente, il 62% delle aziende chiede al Governo un’estensione temporale del piano di incentivi oltre il 31 dicembre 2017, il 18% un ampliamento del parco beni agevolabile ad ambiti non strettamente collegati alla fabbrica (come i mezzi di trasporto), il 10% una semplificazione della procedura, per esempio eliminando l’obbligo di perizia giurata, l’8% l’estensione del piano ai beni acquistati nel 2016 e messi in funzione nel 2017, mentre il 2% non ha indicato input particolari.

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