Negli Usa è già soprannominata l‘Uber della salute. Si tratta di un’applicazione in fase di lancio che permetterà agli utenti di trovare immediatamente un medico specialista disponibile e fissare un appuntamento senza liste d’attesa. Partita come semplice esperimento, l’applicazione, che in realtà si chiama Concierge key Health, ha già a disposizione 1500 specialisti di diversi settori ed è operativa in una dozzina di città statunitensi. Si punta ad estenderla il servizio anche ad altri paesi. Il servizio costerà 2mila dollari l’anno per una persona e 3500 per una famiglia.
“Vogliamo ricreare un’esperienza simile a Uber – conferma Robert Grant, Ceo della start up – Una delle difficoltà maggior in questo campo è che nessuno pensa all’esperienza dei pazienti. Noi non forniremo servizi, ma un accesso immediato a specialisti di primo livello”. Se avrà successo il servizio verrà esteso a 18 città nel 2018, e nel 2019 potrebbero esserci le prime applicazioni all’estero. Il modello è leggermente diverso da quello di altre app attive negli Usa, da Heal a Pager, che sono invece incentrate sulla fornitura di un medico a domicilio in caso di necessità.
Secondo l’Ims Institute for Heathcare Informatics sono ben 165.000 le app mediche attualmente sul mercato e si stima che entro il 2018 il mercato della mobile health raggiungerà 21,5 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuale del 55% circa.
Secondo quanto riportato nel report, oggi 1 applicazione su 10 è in grado di connettersi con un dispositivo esterno. La tipologia di dispositivi esterni è per la maggior parte costituita dai rilevatori di tipologia fitness, ma non mancano, di minore entità, i sensori per l’attività cardiaca e i glucometri. Gli smart watch sono presenti in numero rappresentativo, anche se la recente uscita dell’Apple Watch comporterà presumibilmente la razionalizzazione di un’offerta di mercato ancora frammentata. Un tema di interesse è quello del posizionamento dei sensori sul corpo, talvolta discriminante per il successo di una soluzione. Dalla ricerca di Ims Health emerge che più del 50% di questi dispositivi è progettato per essere portato al polso; seguono quelli che si indossano al petto (23%) o possono essere portati in tasca (17%). In aumento i device da posizionare in prossimità dell’orecchio, da cui è possibile tracciare una grande quantità di parametri fisiologici.
Infine, oltre al potenziamento della capacità di raccolta dati sugli utenti, si è assistito anche a un aumento del numero di applicazioni mHealth con possibilità di connessione a reti social (dal 26% nel 2013 al 34% nel 2015 sul totale delle applicazioni), evidenziando l’importanza delle community social per stimolare la partecipazione sugli obiettivi di benessere e salute, che rappresenta un fattore di successo per sostenere l’utilizzo del device.