Il futuro di Microsoft insieme a Skype dipende largamente dalla
capacità del colosso del software di chiudere con il suo passato.
Un passato fatto di molte acquisizioni (negli ultimi dieci anni
Microsoft ha speso circa 13 miliardi di dollari per quasi 20 deal),
ma non sempre di matrimoni di successo.
L'acquisto di aQuantive, broker di pubblicità online, è un
esempio lampante. L'accordo è stato annunciato da Microsoft
nel 2007, per un valore di 6 miliardi di dollari; l'operazione
rientrava nella più ampia strategia di Redmond di realizzare una
piattaforma di online advertising. Microsoft era in particolare
attratta dalla divisione Avenue A/Razorfish di aQuantive,
un’agenzia di pubblicità interattiva, ma dopo due anni ha dovuto
venderla per 530 milioni di dollari – anche a causa d
un'emorragia di dipendenti verso altre compagnie.
Tra l’altro Microsoft ha fuso la tecnologia di aQuantive in un
sistema più ampio, riducendone l’efficacia. E oggi il servizio
online di Redmond che doveva ricevere una forte spinta
dall’accordo con aQuantive non riesce a tener testa al leader del
settore Google, oltre ad aver perso 750 milioni di dollari
nell’ultimo trimestre.
L’accordo con Skype, acquisita per 8,5 miliardi di dollari, mette
nuovamente Microsoft di fronte al compito di integrare una nuova
azienda: è chiaro che stavolta la fusione dovrà avvenire con un
approccio diverso. Da sempre Microsoft riscrive il software che
acquisisce per adeguarlo al suo stile "e mentre perde tempo
nel far questo, il mercato va avanti”, afferma l’analista
Michael Cherry di Directions on Microsoft. Gli executive delle
società acquisite sono delusi da questo processo e restano solo
finché conviene, continua Cherry.
Negli ultimi dieci anni, il fatturato e l’utile netto della casa
di Bill Gates sono più che raddoppiati e il margine di profitto
è salito oltre il 30%, ma il problema, notano gli analisti, è che
il risultato si deve quasi interamente al sistema operativo Windows
e alla suite di applicazioni Office.
Con Skype
Microsoft
potrebbe tentare una nuova strada: innanzitutto gestendo Skype come
una divisione a parte anziché inserirla in uno dei suoi rami di
business e lasciando in carica l’attuale Ceo di Skype, Tony
Bates.
Questo potrebbe evitare anche l’emorragia di talenti che ha
minato acquisizioni come quella di aQuantive, nota Sid Parakh della
banca di investimenti di Seattle McAdams Wright Ragen. Tuttavia,
continua Parakh, Microsoft dovrà integrare la tecnologia di Skype
in tutti i suoi prodotti – software enterprise, software per
cellulari, giochi – se vuole avere un ritorno dal suo
investimento: Skype dovrà quindi forzatamente collaborare con le
varie unit di Microsoft anche se si potrebbe creare un conflitto
con i servizi Lync di Microsoft che forniscono servizi simili ma
usando una tecnologia diversa.
Secondo Colin Gillis, analista della banca di investimenti Bcg,
Skype verrà probabilmente integrato in Windows 8, la prossima
versione del sistema operativo di Microsoft che dovrebbe
abbracciare più piattaforme, dai Pc ai device mobili. Se
l’integrazione sarà portata a termine nelle modalità corrette,
Windows 8 potrebbe portare Microsoft e il suo nuovo partner mobile
Nokia all’avanguardia dei sistemi di comunicazione, ma, appunto,
"Solo se l'integrazione sarà corretta", conclude
Gillis.