“L’Italia deve fare sistema attorno allo spazio”. E’ il messaggio emerso dal convegno “L’Italia dal progetto San Marco alla Space economy”, che si è tenuto alla facoltà di ingegneria dell’Università Sapienza di Roma in occasione del 50esimo anniversario del primo lancio di un satellite, dalla Base San Marco a Malindi in Kenya, realizzato e gestito per la prima volta da un gruppo di ricercatori interamente italiano, portando così l’Italia al centro delle attività spaziali internazionali.
I lavori della giornata sono stati aperti dai saluti di Teodoro Valente, prorettore alla Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico e dal discorso introduttivo di Marcello Onofri, direttore del centro di ricerca aerospaziale della Sapienza.
La prima sessione ha visto la partecipazione di testimoni dell’epoca, con la proiezione di filmati e immagini che hanno mostrato luoghi, oggetti e persone legate a quell’esperienza. Hanno partecipato il rappresentante della Nasa in Europa, Timothy Tawney, ed i generali dell’Aeronautica Militare italiana Luigi Del Bene, in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore Aeronautico, e Basilio Di Martino Direttore del Teledife. Il principale responsabile del Progetto Vega dell’Esa, Stefano Bianchi ha ricordato le difficoltà e i successi intervenuti nel percorso che ha portato quelle capacità mostrate negli anni 60 a diventare progetto vincente e d’avanguardia mondiale nel settore dei lanciatori europei con l’affermazione di Vega.
Il Presidente dell’ASI, Roberto Battiston, ha concluso la prima sessione dei lavori fornendo una panoramica sugli attuali progetti spaziali italiani. In particolare l’intervento si è focalizzato sui temi oggi attivi su lanciatori, satelliti ed applicazioni satellitari, ma anche sulle Missioni Scientifiche e la Piattaforma Stratosferica di osservazione del territorio, per i quali il governo ha stanziato rilevanti cifre di finanziamento in sede europea e nazionale.
L’incontro ha offerto a Battiston anche l’occasione di indicare i potenziali fondi di finanziamento oggi disponibili e per delineare la “filosofia” che Asi sta imponendo nello stimolare partecipazioni finanziarie private ai programmi, in modo da privilegiare quelli che mostrano potenziali ritorni economici per gli investitori. Realizzare sinergie, fare sistema, raggiungere risultati, efficienza, competitività di mercato sono dunque un elemento fondamentale nella gara per la distribuzione dei fondi. Non solo quelli di Asi o Esa, ma anche di quelli di programmi come Horizon 2020 e altri.
A sottolineare le eccellenze industriali, unitamente alla consapevolezza di dover imparare a muoversi tutti nella stessa direzione, senza disperdere risorse, sono stati gli amministratori delegati delle maggiori industrie del settore spaziale che hanno preso parte alla tavola rotonda che è seguita. Luigi Pasquali, ha iniziato fornendo un quadro ampio sulla Space Economy e indicando gli interessi di Leonardo – e più specificamente di Telespazio – nell’ambito di Mirror Galileo e Copernicus e lo sviluppo prorompente delle applicazioni satellitari. Paolo Puri, principale attore e coordinatore per lungo tempo della cabina di regia spazio istituita presso la Presidenza del Consiglio, ha richiamato gli interessi strategici di finalizzazione dell’intervento sul Prs del programma Galileo e sottolineato l’importanza per l’industria di restare a stretto contatto con le istituzioni. Donato Amoroso, Ad di ThalesAleniaSpace Italy, ha evidenziato il ruolo del time to market, elemento fondamentale di competizione, e riportato i tentativi di successo nella realizzazione delle filiere tra grandi industrie e Pmi. Nicola Zaccheo ricordando la rapida crescita della sua Sitael ha confermato l’importante aspetto positivo della collaborazione industriale, sottolineato il legame tra space economy e innovazione e richiamato l’esempio dei programmi basati sull’uso della propulsione elettrica, di osservazione della terra, quello del programma S4i, e sottolineando il ruolo crescente dei minisatelliti.
“Passione, ambizione e audacia”: è così che Giulio Ranzo, AD di AVIO, ha aperto il suo intervento, entrando poi nel vivo del tema dei Lanciatori e Veicoli di rientro associabili a Vega. “La sfida è di rendere il settore spaziale accessibile economicamente per un sempre maggior numero di clienti”: Ranzo ha sottolineato anche come il supporto governativo ad alcuni dei programmi Esa hanno creato le condizioni per il consolidamento della nostra industria a livello internazionale ed aiutato anche quelle del Segmento di Terra. In questo senso Paolo Solferino, AD di Vitrociset, ha ricordato come le attività nel Ground Segment debbano evolvere per rendere le operazioni più sicure e più economiche. Roberto Aceti, AD di OHB-Italia, ha sottolineato l’interesse per le attività di Osservazione della terra con tecniche multispettrali, quali quelle previste nel programma Prisma, e rimarcato il ruolo delle aziende nel contribuire a rafforzare gli assett strategici del Paese. Silvio Rossignoli, AD di Aerosekur, ha infine rilevato come per raggiungere il successo in un contesto caratterizzato da una crescente Space Economy vi siano due attori, Governo e Industria, che devono necessariamente collaborare per far crescere sinergie e comuni finalità.
A chiudere la Tavola Rotonda sono stati gli interventi istituzionale del MISE, con Antonio Bartoloni, responsabile del programma Space Economy del Ministero, che ha sottolineato il lavoro svolto per cambiare il paradigma dei finanziamenti pubblici, privilegiando oggi le motivazioni di investimenti privati che prospettino programmi in grado di portare ad adeguati ritorni economici. In questo senso risulta indispensabile misurare le attività spaziali in termini di efficacia, efficienza e parziale cofinanziamento da parte delle industrie. Dal lato del Ministero dell’Istituzione, Oscar Pasquali, capo della segreteria tecnica del Ministro, ha sottolineato la crescente consapevolezza che le attività spaziali non possano essere lasciate alla competenza di un solo Ministero. “Lo Spazio è un tema-Paese, dice Pasquali, che deve trovare impulso e coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio”. In quest’ottica sottolinea la preoccupazione che l’Italia debba riuscire ad incidere come Paese nelle decisioni prese a livello internazionale ed europeo, altrimenti il settore dello spazio nazionale potrebbe le perdere opportunità di consolidamento e sviluppo, rischiando al contrario un ridimensionamento. “Dobbiamo mettere in campo capacità tecnica, coerenza di sistema, coordinamento politico. Dobbiamo essere presenti al momento giusto, con idee giuste e in modo competitivo”: così Marcello Onofri conclude la Tavola Rotonda che ha coinvolto in maniera partecipativa i rappresentanti delle industrie italiane.
Ha chiuso la giornata la celebrazione dei 25 anni del primo volo di un astronauta italiano nella Stazione Spaziale Internazionale, con l’intervento di Franco Malerba, primo italiano nello spazio. Nel suo racconto, supportato anche dall’Academie de l’Air et de l’Espace, rivivono le fasi emozionanti della preparazione e realizzazione dell’esperimento del Tethered, l’affascinante aspettativa di introdurre la tecnologia innovativa del “satellite legato con un filo”. Vengono così ricordati e presentati gli esperimenti passati e futuri, aventi l’obbiettivo di sfruttare le caratteristiche del campo magnetico per produrre energia o creare gravità nella Iss.