L'INTERVISTA

E-Health, Puccioni (Miodottore.it): “In Italia mercato immenso”

Il country manager della multinazionale: “Per le prenotazioni online delle prestazioni sanitarie private c’è ancora da superare una resistenza, ma il settore trainerà nel digitale anche il pubblico. Perché, dopo ‘sesso’, ‘sanità’ è la parola più cercata sul Web”

Pubblicato il 04 Mag 2017

Antonello Salerno

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“Dopo ‘sesso’, ‘sanità’ è la parola più cercata dagli italiani su Internet. E per i medici che preferiscono non essere presenti sul web per affidarsi al passaparola ho una risposta che credo sia convincente: l’evoluzione del passaparola sono le recensioni online. Oggi gran parte delle nostre decisioni sono basate sulle recensioni: le leggiamo e le compariamo prima di scegliere, che si tratti di hotel, di ristoranti o di viaggi. Un italiano su quattro legge le recensioni prima di affidarsi a un medico: si tratta di capire se il professionista in questione voglia averle tutte su un’unica piattaforma, governata da un regolamento preciso a tutela del medico e del paziente”. Così Luca Puccioni, country manager per l’Italia di miodottore.it, piattaforma dedicata alla sanità privata specializzata nella prenotazione online di visite mediche, descrive in un’intervista a CorCom una delle resistenze ancora da vincere per la digitalizzazione del comparto della sanità in Italia.

Puccioni, è stato inaugurato nei giorni scorsi il capitolo italiano di health 2.0. Quale può essere l’importanza per l’Italia di entrare a far parte di questo network?

Luca Puccioni

L’opportunità per l’Italia è immensa, quello della sanità è uno dei mercati più grandi al mondo per volumi e fatturato, dove l’utilizzo dell’innovazione in campo tecnologico è ancora molto basso, a partire da Internet. Il nostro obiettivo è di aprire le porte a un network di imprenditori specializzati nella digitalizzazione. L’Italia è fortemente indietro sull’utilizzo del digitale nel mondo della sanità, e ha un’alta densità di medici per numero di abitanti, uno su duecento. Health 2.0 nasce come opportunità di incontro per mettere in contatto operatori specializzati che si occupano di sviluppare le tecnologie per rendere più efficiente il settore, e i player del settore a vari livelli, per creare sinergie e spunti di collaborazione. In Italia c’è un grande spirito imprenditoriale e tante aziende potenzialmente interessate a questi temi, e c’è da recuperare quanto non è stato fatto finora, anche facendo network.

Tra i promotori dell’iniziativa in Italia c’è miodottore.it: quali motivazioni vi hanno spinto a fare questa scelta?

Facevamo già parte di questo progetto in Spagna, e siamo stati invitati a lanciarlo anche in Italia. Ci poniamo l’obiettivo di rivoluzionare il campo della sanità nel Paese, rendendo più semplice e veloce il rapporto medico-paziente, a partire dalla gestione degli appuntamenti. Grazie a Health 2.0 possiamo entrare in contatto con altri imprenditori del per fare network, conoscere altri player che lavorano nello stesso settore e collaborare per ottenere gli obiettivi comuni.

A due anni dal vostro sbarco in Italia, su che numeri potete contare e che tipo di risposta avete ricevuto dal mercato italiano?

Era chiaro dall’inizio come l’Italia fosse una grande opportunità per il nostro gruppo, per l’inefficienza della sanità pubblica, non in termini di qualità delle prestazioni ma in termini di organizzazione: basti pensare alle liste d’attesa, e per la grande densità di medici rispetto alla popolazione. In questi due anni siamo arrivati a poter contare su 75 dipendenti, circa 2.200 dottori che hanno aderito alla nostra piattaforma, e poco meno di 40 cliniche. Il principio è di utilizzare Internet per rendere efficienti i processi e acquisire nuovi clienti. I dottori cercavano una piattaforma esclusivamente dedicata alla sanità privata, che fosse professionale e li potesse mettere in contatto con le ricerche di sanità su Internet, che rappresentano una domanda già esistente: basti pensare ai 220 milioni di ricerche svolte su questo tema ogni mese in Italia e che purtroppo spesso non portano a nulla. Noi siamo convinti che i tempi siano ormai maturi perché le agende cartacee dei medici spariscano, sostituite da quelle digitali. Per fare in modo che dedichino più tempo alla cura e all’ascolto dei pazienti, e meno tempo alla burocrazia.

Come sta cambiando la propensione verso il digitale dei pazienti e degli addetti ai lavori della sanità?

La caratteristica del mercato italiano rispetto a tanti altri mercati europei è il potenziale, cioè l’attuale scarsa digitalizzazione. In Spagna la prenotazione online è già implementata, molte assicurazioni offrono già questo servizio. Per illustrare la propensione che registriamo nel paese può essere utile un esempio, quello del check-in online per i voli: quando è stato introdotto gli utenti erano diffidenti, ma chi l’ha provato non prenota più se non può usufruire di questa possibilità. Stiamo educando il mercato a un nuovo servizio, proprio come è successo per i check-in. E chi prenota per la prima volta una visita online attraverso la nostra piattaforma, da quel momento non abbandona più questo metodo, perché ne è soddisfatto.

Questo trend sarà destinato a fare da traino anche per la sanità pubblica?

Sono convinto di sì. Nel momento in cui il privato inizia a essere sempre più digitale il pubblico non potrà fare a meno di adeguarsi. Già oggi si inizia a registrare interesse attorno a queste soluzioni, anche nei Cup.

Immaginate un ruolo della vostra azienda anche nella digital tranformation della sanità pubblica?

Sì, sicuramente. D’altra parte il nostro sistema non nasce per essere utilizzato esclusivamente dal privato, e potrebbe facilmente trovare applicazione anche nella PA. Per ora non lo facciamo perché arrivare ai decision maker del pubblico è ancora troppo complesso.

Quali saranno dal vostro punto di vista i settori di mercato più promettenti, in sanità, nel campo del digitale e delle nuove tecnologie?

La prima cosa è la digitalizzazione dei processi: agende, storie e cartelle cliniche, prescrizioni mediche, quello che succede durante una visita. E poi la telemedicina. Abbiamo recentemente preso una partecipazione nella società Telemedi. Forse i tempi per l’esplosione della telemedicina come nuovo fenomeno di mercato non sono ancora maturi, ma è solo questione di tempo.

Come utilizzate le nuove tecnologie per migliorare i vostri sistemi?

Siamo un’azienda fortemente tecnologica e investiamo massicciamente in nuove tecnologie. Utilizziamo l’analisi dei dati per apportare miglioramenti al nostro software grazie ai feedback e al comportamento dei pazienti: per noi e per il nostro successo l’esperienza del paziente è vitale.

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