Un aumento del Pil fino al 7%: questo il risultato che si potrebbe raggiungere in caso il tasso di attività femminile in Italia balzasse a quota 60%. È quanto emerge dallo studio “Nuove energie per l’economia italiana” di Intesa Sanpaolo – su stime Bankitalia – secondo cui l’aumento della partecipazione femminile al lavoro porterebbe dunque un significativo beneficio all’economia-Paese. Le imprese a conduzione femminile – è quanto emerge dall’indagine – affrontano il contesto competitivo con una maggiore predisposizione verso leve strategiche fondamentali, come internazionalizzazione, innovazione e marketing: mostrano una maggiore tendenza a servire i mercati internazionali (51% di soggetti esportatori contro il 45% del resto del campione), a registrare marchi internazionali (52% vs 46%) e, limitatamente alle imprese più grandi, a brevettare (44% vs 37%).
Il potenziale inespresso è tuttavia ancora enorme: il tasso di attività femminile in Italia è tra i più bassi in Europa, 55,2% nel 2016 sul totale delle donne tra i 15 e i 64 anni (solo la Macedonia con il 50,8% e la Turchia con un bassissimo 36,2% fanno peggio di noi); nel mercato del lavoro sussistono condizioni di difficoltà e di discriminazione nei confronti delle lavoratrici; i loro percorsi di carriera sono in genere più lenti e accidentati, le differenze retributive sono ancora rilevanti, spesso le competenze femminili non sono valorizzate come quelle maschili; permangono ancora l’assenza di politiche familiari adeguate a livello pubblico e una conciliazione di vita e di lavoro mai risolta.
Numerose le iniziative a firma Intesa Sanpaolo dedicate all’empowerment femminile, fra cui la prima edizione del premio “Women Value Company 2017 – Intesa Sanpaolo”, istituito dalla Fondazione Marisa Bellisario in collaborazione con il Gruppo bancario. L’obiettivo è coinvolgere le imprese in un percorso di empowerment femminile e dare visibilità alle pratiche più virtuose e innovative è l’obiettivo del. Il premio è riservato alle piccole e medie imprese che si distinguono nel campo della parità di genere, in virtù dell’attuazione di politiche e strategie volte a garantire pari opportunità e riconoscimenti di carriera; circa 600 le realtà imprenditoriali che si sono candidate – di cui il 55% nella categoria delle Pmi eccellenti – e di queste 111 hanno superato la prima selezione, in virtù dei requisiti richiesti dal bando. La giuria dovrà ora selezionare le due imprese vincitrici – una di piccola e l’altra di media dimensione (la premiazione si terrà il prossimo 16 giugno a Roma) – che saranno coinvolte in cinque eventi sul territorio organizzati dalla Fondazione Bellisario e da Intesa Sanpaolo.
“Sappiamo che le piccole e medie imprese sono quelle che faticano di più a portare avanti iniziative di welfare, ma questo Premio dimostra che si può cambiare passo e dalle Pmi italiane viene una grande lezione di pari opportunità”, sottolinea Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario. “Il premio suggella l’impegno che, da tempo, il nostro Gruppo riserva con tenacia e perseveranza alla parità di genere – sottolinea Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, nonché mentor dell’iniziativa -. Siamo convinti che un’azienda debba avere la lungimiranza di considerare le differenze non un problema, ma un valore e un’opportunità.. In Intesa Sanpaolo, la componente femminile rappresenta oltre la metà dei dipendenti, il 30% dei ruoli manageriali, il 60% dei nuovi assunti. Forti di questo patrimonio umano e di professionalità, sosteniamo il lavoro e l’imprenditoria femminile in Italia, con particolare attenzione alla conciliazione famiglia-lavoro e alla premiazione del merito, con risultati che comprovano il nostro contributo alla crescita dell’economia reale”.
Fra le altre iniziative al femminile del Gruppo Intesa Sanpaolo finanziamenti ad hoc, come Business Gemma, un plafond di 600 milioni che beneficia del Fondo di Garanzia per le Pmi. E poi ci sono programmi di supporto alla gestione del business con percorsi dedicati, come ad esempio Think Pink e Tech-Marketplace, la piattaforma digitale che mette in contatto domanda e offerta di tecnologia, entrambi sviluppati nell’ambito dell’accordo con Confindustria. E non mancano gli interventi formativi, ad esempio con la piattaforma WorkHer, con i progetti di mentorship, networking e formazione.