Merger & acquisition: si torna ai livelli del ’99 grazie alle apps mobili

Piccole società sviluppatrici di giochi e software per smartphone stanno progressivamente unendo le forze per essere più competitive e poter contare sulle economie di scala. Ma Google ci ha visto lungo: dal 2010 avviata maxi campagna shopping di small business innovativi

Pubblicato il 19 Mag 2011

Le mobile apps muovono il mercato. Negli ultimi mesi si è
registrato un forte aumento delle operazioni di merger and
acquisition tra le aziende che producono giochi e altri software
per smartphone. Il trend, secondo un commento pubblicato oggi dal
Wall Street Journal, sta cominciando a modificare l’ecosistema
delle apps. Oggi sono disponibili oltre 500.000 appplicazioni
mobili sui negozi online di Apple e Google e per le piccole
società è sempre più difficile farsi avanti. Al tempo stesso, le
grandi aziende hitech vogliono ritagliarsi di maggiore peso sul
mercato mobile, perché gli utenti trascorrono sempre più tempo
sugli smartphone.

“Gli incumbent sanno che il mobile è la grande scommessa dei
prossimi dieci anni e che devono acquistare asset e talenti in
questo mercato fin da oggi per potersi conquistare uno spazio”,
afferma Matt Murphy, partner della Kleiner Perkins Caufield &
Byers. "Solo una ristretta minoranza salirà al ruolo di
leader".

Nel 2010, ci sono state 66 acquisizioni che hanno riguardato
aziende delle applicazioni mobili, contro 46 del 2009, rivela la
società di ricerche Rutberg & Co. Nel 2011, il ritmo sembra ancora
più veloce, con 38 accordi già conclusi nei primi quattro mesi,
contro 21 dei primi quattro mesi di un anno fa. La maggior parte
delle operazioni è stata di “piccolo taglio”, sotto i 100
milioni di dollari, ma alcune sono state valutate tra 100 e 500
milioni.

“Siamo tornati ai livelli del 1999”, afferma Rajeev Chand, capo
della ricerca di Rutberg, secondo cui nei prossimi due anni il
numero di accordi valutati oltre i 100 milioni di dollari salirà
nettamente. “E ora aspettiamo di vedere quanti big vorranno
entrare in questo mercato”.

Gran parte dell’attività si registra nel segmento dei giochi, la
categoria più grande all’interno delle apps e anche la più
competitiva. Lo sviluppatore di videogame Electronic Arts ha
calcolato che il numero di società che pubblica giochi sull’
iTunes App Store di Apple è cresciuto da 11.000 l’anno scorso a
16.700 quest’anno e il numero totale di giochi è aumentato del
49% a 51.518.

Proprio Ea si è data da fare nello shopping per potenziare il suo
portafoglio di giochi, acquisendo di recente lo sviluppatore
australiano Firemint, la Mobile Post Production e Chillingo. Nel
2009 aveva comprato la società dei social games PlayFish per 275
milioni di dollari.

A sua volta, la società giapponese del social-gaming mobile Gree
ha acquisito lo scorso mese OpenFeint, che gestisce una rete di
social-gaming per i device mobili di Apple e per i cellulari
Android, un’operazione da 104 milioni di dollari. Un’altra
giapponese, la Ngmoco, ha comprato a ottobre la DeNa per 400
milioni di dollari, uno degli accordi di maggior valore sul mercato
dei giochi. Anche Zynga è stata molto attiva nello shopping,
avendo acquisito sei società del mobile-gaming da gennaio
2010.

"L’attuale ecosistema mobile è estremamente frammentato,
con molti sviluppatori che costruiscono apps attraverso piattaforme
diverse”, spiega David Ko, senior vice president of mobile di
Zynga. "Man mano che il mercato evolve, assisteremo a un certo
consolidamento”.

Anche Google ha comprato diverse piccole società delle
applicazioni: otto da gennaio 2010, tanto da essere leader nelle
M&A del settore app, secondo Rutberg.

Da parte loro, molti piccoli sviluppatori cercano il merger con i
concorrenti per accrescere le loro capacità. La start-up di New
York GroupMe ha comprato un piccolo sviluppatore di app per
BlackBerry, Sensobi, all’inizio del mese; l’azienda hitech del
Colorato, Occipital, è in trattative per acquisire Snapture Labs,
che fa applicazioni per iPhone. L’accordo moltiplicherà i
clienti ma creerà anche delle economie di scala, sottolinea il
co-fondatore di Occipital Jeff Powers: "Il livello della
competizione si è molto alzato, sviluppare apps di qualità
richiede molto lavoro e risorse e i costi si sono più che
raddoppiati rispetto a quando una buona app si poteva fare con
qualche decina di migliaia di dollari”.

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