L'INCHIESTA

Telco-OTT, da nemici ad alleati? La Digital transformation spinge la “convergenza”

Velocità, attenzione al cliente, disaggregazione di hardware e software, utilizzo dei dati come leva strategica: così le aziende telecom recuperano il gap con i rivali. Ma nessuna confusione sui ruoli: gli Ott insegnano a semplificare la user experience e le telco restano fondamentali sulla catena del valore

Pubblicato il 15 Mag 2017

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Trasformazione digitale per le telco vuol dire cambiare mentalità focalizzandosi su software e servizi: sono i rivali numero uno, ovvero gli Over-the-top, a mostrare che questa è la strada da percorrere, ma anche a confermare che gli operatori di rete hanno ancora un ruolo fondamentale, anzi imprescindibile, da svolgere sulla catena del valore, visto che restano, anche per gli Ott, l’elemento fondante di una customer experience senza compromessi. Purché, appunto, abbraccino la digital transformation.

Il grande vantaggio degli Ott è aver capito per primi che disaggregazione di hardware, software e servizi e semplificazione estrema dell’It garantiscono l’allineamento a ciò che domanda il mercato: solo questa trasformazione rende le aziende capaci di sviluppare servizi sempre rilevanti e offrirli tempestivamente. Secondo Aurelio Nocerino, Network services managing director di Accenture, le telco però sono i player che costruiscono e possiedono la rete e dalla rete possono continuare a trarre valore se ne fanno il centro di un nuovo modello operativo che si basa sulla velocità e sulle persone. Nocerino parla di un approccio “non più feature-driven, ma time-driven, capace di restituire alle aziende delle telecomunicazioni un controllo end-to-end del prodotto e dell’esperienza cliente, con strumenti come automazione e machine learning e DevOps“. Il mondo connesso posa sulla rete pervasiva ed è la rete ad abilitare nuovi modelli di business e servizi sia per le telco che per gli Ott. Le telco lavorano già in questa direzione: l’obiettivo è superare quello che Michele Marrone, Responsabile Communications, Media and Technology per Italia, Europa centrale e Grecia di Accenture italia, definisce “scollamento tra telco e Ott nella capacità di assumere rischi e creare servizi”.

“Abbiamo bisogno di velocità”, conferma Michele Gamberini, Head of Core, transport & service platforms engineering & development di Tim: “Reti che abilitano servizi digitali da erogare prontamente al mercato. Un fatto tecnologico – più automazione sulla rete, utilizzo dei paradigmi NFV e SDN – ma anche culturale: processi e persone devono partecipare al cambiamento. Ma attenzione: le nuove tecnologie devono servire ad ampliare la catena del valore per le telco“.

Emilio Marchionna, Head of Architecture di Wind Tre, rilancia un recente concetto espresso dall’amministratore delegato della società Maximo Ibarra, che esortava le telco “a diventare più coraggiose nel cambiamento senza compromettere, però, qualità e solidità del servizio”. Per Marchionna, in particolare, “servono piattaforme configurabili, non monolitiche. Disaggregazione e automazione sono la nostra linea principale anche se puntiamo molto su Big data e analytics, veri motori della trasformazione”.

Per le telco, però, non si tratta solo di adottare gli stessi principi che hanno guidato il digital journey degli Ott: l’esempio di queste aziende diventa anche una “cartina di tornasole” con cui testare la validità della propria offerta. “Sono i social network che hanno portato alla luce con evidenza l’esigenza di semplificare la rete, concentrarsi sull’utente e velocizzare l’erogazione dei servizi”, indica Andrea Lasagna, Head of Network engineering di Fastweb. “La complessità della rete non può ricadere sulla user experience”.

Anche i broadcaster sono interessati dalla trasformazione digitale, un’evoluzione che ha toccato It e reti e che è stata percorsa con un approccio prudente. “È ora di premere sull’acceleratore, valorizzando i nostri asset e trasformando le nostre competenze”, sottolinea Mauro D’Onofrio, Head of Innovation & Research di Rai Way. “Facciamo leva sul ruolo guida di alcuni team e sulle strutture più innovative in azienda”.

Per Luca Ferraris, Head of Strategy, innovation & communication di Italtel, un focus speciale va riservato alla coesistenza video-IoT: “L’esplosione dei contenuti video online e i miliardi di oggetti connessi sono la spinta all’evoluzione delle reti in termini di virtualizzazione, softwarizzazione, automazione. Le competenze delle persone non perdono però rilievo: l’esperienza dei professionisti in carne ed ossa resta insostituibile”.

È questo il caposaldo su cui tutte le telco concordano e, sicuramente, su cui anche gli Ott puntano: la digital transformation è innanzitutto un fatto di leadership e talenti e il nuovo modo di pensare e di lavorare è l’inizio imprescindibile di ogni progetto digitale.

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