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Web tax, l’appello di Boldrini: “Non c’è tempo da perdere”

La presidente della Camera alza il tiro su Google & Co.: “Bene la decisione del G7 Finanza, con regime diverso più risorse da investire in crescita e occupazione”. Richiesto un incremento di occupazione: “Quanti dei 3mila promessi da Facebook lavoreranno in Italia?”

Pubblicato il 16 Mag 2017

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Facebook, Google & Co.: diverso regime di tassazione, più dipendenti assunti in Italia. E’ il doppio appello che lancia la presidente della Camera Laura Boldrini affrontando il nodo della presenza dei big di Internet nel Paese. “Al G7 di Bari i ministri delle Finanze finalmente hanno convenuto sulla necessità di arrivare a una web tax, una regolamentazione della tassazione per le multinazionali che operano in Rete”. La presidente chiede tempi rapidi “perché attualmente l’assenza di una legislazione comune favorisce una concorrenza fiscale al ribasso persino tra i Paesi membri dell’Unione europea”, scrive su Facebook. “I colossi del web continuano a guadagnare enormi quantità di denaro nel nostro Paese, limitando al minimo i versamenti all’erario”. Ma se pagassero le imposte “come fanno tutti i cittadini onesti, l’Italia avrebbe più risorse da investire in crescita e occupazione”.

Riflettori puntati anche sul versante occupazione, però, durante la presentazione della Relazione Antitrust alle Camere: “Positiva l’intenzione di Facebook di rafforzare il team revisione contenuti. Ma non è ammissibile che a fronte di 28 milioni di utenti italiani l’azienda impieghi un numero irrisorio di dipendenti destinati all’assistenza degli utenti”.

“La relazione del presidente Pitruzzella darà conto degli interventi fatti su qualcuno dei ‘giganti’ digitali per metterli di fronte alle loro responsabilità in materia di trasferimento dei dati personali – dice Boldrini – E con altrettanto favore abbiamo visto come al G7 dei ministri delle Finanze che si è tenuto a Bari, si sia finalmente convenuto sull’adozione della web tax”. Quindi “attendiamo di sapere quante delle 3mila persone che Facebook impiegheràper la revisione contenuti lavoreranno in Italia e sulle pagine prodotte dall’Italia. Di tutte le segnalazioni che i cittadini fanno, solo una minima parte viene presa in considerazione dall’azienda americana. Mi auguro che questo cambiamento sia vero e che aiuti chi cerca di dare risposte in un periodo di grandi cambiamenti”.

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