“Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle, la sfida sul mobile payment avrà davvero inizio. Apple è il primo grande attore internazionale a sbarcare nel nostro Paese e molto probabilmente Samsung Pay e Android Pay seguiranno a ruota. Aspettiamoci anche una risposta forte delle banche in ambito mobile wallet”. È questa la previsione di Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, che descrive l’arrivo di Apple Pay in Italia come l’inizio di una competizione agguerrita.
Apple Pay è stato lanciato negli Usa nel 2014 e poi progressivamente esteso in Australia, Canada, Cina, Francia, Giappone, Hong Kong, Irlanda, Nuova Zelanda, Regno Unito, Russia, Singapore, Spagna, Svizzera, Taiwan. L’Italia è 16° Paese coperto dal servizio di e-payment.
“Samsung ha già annunciato che arriverà da noi entro la fine del 2017. Ci troviamo davanti a un settore composto da diversi attori: dai produttori di telefoni (Apple, Huawei, Samsung, Xiaomi), ai fornitori di sistemi operativi (Android e Microsoft), fino agli operatori telefonici (Vodafone) – spiega Portale -. Un quadro variegato, dunque. Quello che accomuna tutti è la scelta della tecnologia Nfc. E le banche? Non stanno di certo a guardare, smaniose di non perdere il presidio dei loro clienti”.
La risposta degli istituti di credito, sottolinea l’esperto, “può essere fatta da collaborazione con gli attori dell’ecosistema mobile, ma anche da progetti autonomi”. Bisognerà vedere chi sceglierà la guerra e chi la collaborazione. “La concorrenza è agguerrita e le banche italiane sono pronte” ma adesso “è prematuro decretare vincitori e vinti: sarà molto interessante capire quel che succederà”.
Numerosi gli accordi che il colosso di Cupertino ha già stretto in Italia per consentire ai consumatori di usufruire del servizio. Tra i partner si annoverano già Unicredit, Carrefour Bank, Boon, le due startup italiane Lanieri e Musement, Auchan, Eataly, Ovs, Sephora e SaldiPrivati (gruppo Showroomprivé).