Via libera definitivo della Camera alla legge contro il cyberbullismo. La legge è stata “dedicata” da Laura Boldrini a Carolina Picchio, la quattordicenne che si tolse la vita dopo un episodio gravissimo di bullismo in rete. “Si tratta di un primo passo ma necessario e doveroso da parte del Parlamento – ha detto la presidente della Camera subito prima del voto – Vorrei rivolgere un saluto, irrituale ma doveroso, al dottor Picchio, che ci segue dalla tribuna. Si tratta del padre di Carolina che purtroppo a soli quattordici anni si è tolta la vita ed è la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo del nostro Paese” ha detto la presidente Boldrini. Il testo è passato all’unanamità, con una sola astensione.
“L’approvazione definitiva del ddl sul cyberbullismo è un risultato importante e atteso da tempo. Particolarmente positiva è la scelta di coniugare approccio preventivo e riparatorio, grazie alla promozione dell’educazione digitale e alla specifica procedura di rimozione dei contenuti lesivi della dignità del minore – commenta il Garante Privacy, Antonello Soro – L’Autorità si impegnerà a svolgere, con la responsabilità che a tale alto compito si addice, l’importante funzione di garanzia assegnatale dalla legge anche in questo contesto. E’ infatti fondamentale garantire la tutela di una generazione tanto più iperconnessa quanto più fragile, se non adeguatamente responsabilizzata rispetto all’uso della rete. Confidiamo che ai nuovi compiti corrispondano nuove indispensabili risorse umane”.
Ecco in pillole cosa prevede la nuova normativa
Identikit del cyberbullo. Entra per la prima volta nell’ordinamento una puntuale definizione legislativa di cyberbullismo. Bullismo telematico è ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minori. Nonché la diffusione di contenuti online (anche relativi a un familiare) al preciso scopo di isolare il minore mediante un serio abuso, un attacco dannoso o la messa in ridicolo
Oscuramento del web. Il minore sopra i 14 anni vittima di cyberbullismo (o anche il genitore) può, chiedere al gestore del sito internet o del social media o al titolare del trattamento di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete. Se non si provvede entro 48 ore, l’interessato può rivolgersi al Garante della privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore. Dalla definizione di gestore, che e’ il fornitore di contenuti su internet, sono comunque esclusi gli access provider, i cache provider e i motori di ricerca.
Docente anti-bulli in ogni scuola. In ogni istituto tra i professori sarà individuato un referente per le iniziative contro il cyberbullismo. Al preside spetterà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo informatico e attivare adeguate azioni educative. L’obbligo di informazione è circoscritto ai casi che non costituiscono reato. Più in generale, il Miur ha il compito di predisporre linee di orientamento di prevenzione e contrasto puntando, tra l’altro, sulla formazione del personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti e la previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti, mentre ai singoli istituti è demandata l’educazione alla legalità e all’uso consapevole di internet. Alle iniziative in ambito scolastico collaboreranno anche polizia postale e associazioni territoriali. La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli ha annunciato che il Miur è già al lavoro “affinché la legge trovi immediatamente piena attuazione. “Abbiamo imboccato la strada giusta”, che è l’ottica “di prevenzione, a partire dalla scuola che è luogo principale di formazione, di inclusione e accoglienza». Nei giorni scorsi il ministero ha riunito la Conferenza dei coordinatori regionali degli Uffici scolastici sul bullismo per attivare immediatamente la ricognizione delle docenti e dei docenti in ciascuna istituzione scolastica, così come richiesto dalla legge appena approvata.
Ammonimento da parte del questore. In caso di ingiuria, diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati personali via web, fino a quando non vi sia una querela o denuncia il cyberbullo, sulla falsariga di quanto già è previsto per lo stalking, potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori. Insieme al minore sarà convocato anche un genitore. Gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento della maggiore età.
Piano d’azione e monitoraggio. Presso la Presidenza del consiglio verrà istituito un tavolo tecnico con il compito di redigere un piano di azione integrato per contrastare e prevenire il cyberbullismo e realizzare una banca dati per il monitoraggio del fenomeno.
“Apprendiamo con soddisfazione che la parola cyberbullismo è appena entrata nel nostro ordinamento con la prima legge in Europa che mira a contrastare il fenomeno: adesso la vera sfida si giocherà sulla prevenzione e la sensibilizzazione – dichiara in una nota il presidente di Unicef Italia Giacomo Guerrera – La nuova norma stanzia circa 200.000 euro annui per le esigenze connesse allo svolgimento delle attività di formazione in ambito scolastico e territoriale finalizzate alla sicurezza dell’utilizzo della rete internet e alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo. Sulla possibilità che tale cifra possa ritenersi idonea, l’Unicef condivide i dubbi sollevati in fase di discussione in aula, specie se si considera le circa 40.000 scuole presenti sul territorio nazionale”.
“L’Unicef è attiva nel contrastare e prevenire il bullismo e cyberbullismo su tutti i fronti, in particolare con il progetto ‘Verso una scuola amica’, promosso in collaborazione con il Miur ed attivo per l’ottavo anno consecutivo. Il progetto propone attività di prevenzione, di forme di esclusione e discriminazione e degli stessi episodi di bullismo attraverso un approccio fondato sui diritti dei bambini e dei ragazzi, sull’ascolto e la partecipazione. Educazione, sensibilizzazione e prevenzione rappresentano infatti per l’Unicef le azioni da intraprendere per contrastare in maniera efficace il preoccupante fenomeno”, conclude.