Le spese delle Pubbliche amministrazioni valgono complessivamente circa 830 miliardi (una metà del Pil che è stato 1.672 miliardi nel 2016), di queste circa 133 miliardi sono di spese correnti e 68 miliardi in investimenti. Di queste spese circa 170 miliardi avvengono tramite appalti pubblici (10% del PIL, sotto la media europea che è del 13%). La spesa per l’innovazione nella PA è difficilmente calcolabile per la grande Babele di lingue che è il nostro sistema di rendicontazione, ma è stimata essere poco sopra i 5 miliardi, di cui solo meno di 700 milioni in spese d’investimento, il resto è spesa corrente, manutenzione, innovazione incrementale.
Partendo da queste cifre nascono subito due considerazioni: la PA è un gigantesco buyer, in grado di orientare con le proprie scelte strategiche l’intera economia del Paese; spendiamo per la trasformazione digitale decisamente poco, molto meno dei Paesi concorrenti e spendiamo anche male: più per mantenere il non esaltante status quo che per innovare.
E’ da qui che muove la riflessione del prossimo Foruma PA 2017 che si apre domani e si svolge dal 23 al 25 maggio a Roma, nell’avveniristica cornice della “Nuvola di Fuksas”, il nuovo palazzo dei Congressi che dà un segno di futuro alla capitale, che ne ha un gran bisogno.
Una riflessione che vedrà come protagoniste principali proprio le imprese innovative -piccole, medie e grandi- le amministrazioni e gli organi di Governo preposti alle politiche d’innovazione. In primis l’Agid con il suo direttore generale, Antonio Samaritani che, nel convegno inaugurale, ci parlerà del Piano triennale tanto atteso, poi il Team della trasformazione digitale di Diego Piacentini che si presenta al Forum PA con tre eventi. Il primo sarà dedicato alla community degli sviluppatori che sono chiamati ad un lavoro collaborativo per i servizi pubblici intesi come commons.
Il secondo evento è dedicato al tanto discusso progetto dell’Anpr, la famosa anagrafe unica che era annunciata già al primo Forum PA del 1990 (in programma c’era un convegno “Dalle anagrafi all’anagrafe unica”) ma che ancora sembra lontano dal raggiungere i valori che gli indicatori supponevano. Ma è il terzo evento che attira la maggior parte dell’attenzione perché è veramente sui generis: Luca Attias, cio della Corte dei Conti e uno dei più dirompenti innovatori della PA italiana intervisterà un altro “alieno”, Diego Piacentini, venuto da lontano per dare un contributo alla trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. Una PA con competenze tecnologiche, che sia in grado di esportarle, che lavori in modo integrato, aperto, interoperabile, dallo Stato centrale fino al più piccolo dei comuni, riuscendo a ridurre sprechi e inefficienze.
A questi appuntamenti se ne affiancheranno molti altri di carattere strettamente operativo: occasioni per condividere sapere utile da portarsi a casa, per incontrare colleghi e progettare collaborazioni, per usufruire di tante ore di formazione gratuita su temi di attualità.
Si va dai pagamenti alla cittadinanza digitale, dalla cybersecurity alla razionalizzazione dei datacenter, dall’uso dei dati per prendere decisioni alla conservazione digitale, dai nuovi modelli organizzativi necessari per la digital transformation ad argomenti di frontiera come l’uso della blockchain nella PA.
Un’attenzione particolare è per le Pmi innovative che saranno protagoniste di un premio a cui tutti i visitatori potranno contribuire votando le soluzioni proposte in una grande “poster session” di 100 progetti selezionati dagli oltre 300 arrivati da imprese, startup e amministrazioni.
L’idea guida di tutto questo, dei 200 appuntamenti di lavoro, delle oltre 1.000 relazioni che saranno presentate, della politica (che speriamo venga anche ad ascoltare), delle tante imprese partner è semplice: senza la trasformazione digitale della PA non solo non riparte l’economia, ma anche gli obiettivi dell’Agenda 2030 in termini di sviluppo equo e sostenibile diventano impossibili da raggiungere. Non può esistere uno sviluppo che non sia digitale né una PA “analogica” nei processi che si dia una spolverata d’informatica. Serve uno schock culturale e Forum PA 17 vuole contribuire a questa scossa.