L’Antitrust Ue deciderà fra pochi mesi sul dossier Google e, dunque, valuterà se il motore di ricerca ha abusato della propria posizione sul mercato dei servizi di acquisto comparativo nelle pagine dei risultati delle ricerche. E se abbia limitato artificialmente la possibilità per i siti internet di terzi di visualizzare i messaggi pubblicitari dei suoi concorrenti. In dirittura d’arrivo anche la decisione di Android, il terzo fronte di battaglia tra Bruxelles e Google.
Tra i punti sotto accusa c’è il fatto che BigG chieda ai produttori di smartphone e tablet che vogliono usare Android di preinstallare l’app di ricerca Google Search e il browser, sempre di Google, Chrome. Non solo: nel momento in cui un produttore sceglie sistema operativo e negozio digitale di Google gli viene chiesto di firmare un “Anti-fragmentation Agreement” che lo obbliga a non vendere prodotti che montano un fork di Android, ossia una copia dell’originale che gli sviluppatori, essendo Android open source, possono creare. Infine, l’Antitrust europea contesta anche che Google abbia elargito “significativi incentivi finanziari” ad alcuni dei principali produttori di smartphone al mondo e agli operatori mobili alla condizione che preinstallassero Google Search e altri servizi.
“Nei prossimi mesi prenderemo una decisione”, ha annunciato Tommaso Valletti, chief economist della Concorrenza in occasione di una conferenza organizzata dall’Università di Oxford.
Google rischia una multa fino al 10% del suo fatturato. Nel 2016 Alphabet (la holding di Google) ha realizzato un fatturato consolidato di circa 90 miliardi.