Il verdetto UE sul rapporto Tim–Vivendi spiana la strada al passaggio di consegne fra Giuseppe Recchi e Arnaud de Puyfontaine alla presidenza della telco. Dovrebbe essere questo il primo effetto collaterale della decisione della Commissione europea, che ha espresso un ok condizionato al controllo di fatto su Telecom da parte della media company, subordinandolo alla cessione di Persidera. Lo riporta Milano-Finanza, che spiega come il disco verde di Bruxelles andrà a impattare sulla governance del gruppo di telecomunicazioni. Il ceo di vivendi e vicepresidente di Tim de Puyfontaine dovrebbe sostituire il presidente Recchi già domani, quando è previsto il board di Telecom, anticipato di una settimana per avvicinare il più possibile la riunione alla decisione dell’Unione Europea. Il manager francese, sottolinea il quotidiano, era rimasto in attesa di promozione alla presidenza proprio a causa del procedimento europeo.
De Puyfontaine dovrebbe così gestire in prima persona il dossier Persidera, di cui Tim detiene il 70%, la cui cessione deve comunque passare dal consiglio di amministrazione. Per la telco, ma anche per il gruppo Gedi (ex Gruppo L’Espresso, titolare del restante 30% dell’operatore di rete), i mux per il digitale terrestre non sono considerati strategici ed entrambi, spiega MF, sono più interessati alla valorizzazione. Conti alla mano, per evitare a Telecom delle minusvalenze la cessione dovrebbe avvenire a una cifra non inferiore di 137,6 milioni di euro, che è il valore di carico in bilancio dopo la svalutazione avvenuta due anni fa. Nell’ipotesi di vendita, il gruppo Gedi è tutelato contrattualmente da un accordo di “patto di trascinamento”, per cui il socio di minoranza ha diritto a vendere allo stesso prezzo che eventualmente spunterà Telecom Italia. La telco aveva provato, senza successo, a vendere i mux e ora ci riproverà.
Il passaggio di testimone alla presidenza di Telecom, aggiunge Milano-Finanza, potrebbe impattare anche sulla partita che coinvolge Vivendi e Mediaset. Entro il prossimo 18 giugno, la media company dovrà presentare all’Agcom una soluzione per adeguarsi al provvedimento dell’authority, che ha obbligato Vivendi a rimodulare le partecipazioni in Telecom e nel gruppo di Cologno Monzese per rientrare nelle soglie della Legge Gasparri. Il riconoscimento del controllo di fatto su Tim allontana l’ipotesi di discesa nel capitale della telco, dando ancora più credito alla riduzione della partecipazione in Mediaset. Vivendi, riporta MF, è orientata a congelare la parte eccedente il 10% delle sue quote (28,8% del capitale).
Il 10 giugno inoltre scade il termine per la presentazione delle offerte per il bando dei diritti tv della Serie A di calcio. Una partita che potrebbe vedere in campo sia Mediaset sia Telecom, forse anche in tandem come prospettato qualche tempo. Il management della telco non sembra convinto delle condizioni poste dalla gara, mentre i francese appaiono più possibilisti. L’eventuale attribuzione delle deleghe operative a de Puyfontaine potrebbe far pendere in modo decisivo l’ago della bilancia.