Frequenze al centro della risoluzione (non legislativa) votata oggi al Parlamento europeo. Per evitare di ripetere gli errori del 4G i deputati chiedono agli Stati membri di “lavorare meglio congiuntamente sulla strategia dello spettro di banda e garantire una rapida diffusione del 5G”. Focus anche sul gap digitale, norme per i robot e competenze IT a scuola: “La digitalizzazione dell’industria europea richiede misure di salvaguardia per evitare una società a due velocità e garantire maggiore certezza legale” fa sapere il Parlamento. Nella risoluzione i deputati dichiarano che l’accesso alle telecomunicazioni dovrebbe essere uguale in tutta l’UE, evitando uno sviluppo digitale diseguale in settori come quello dei trasporti e del turismo. L’intelligenza artificiale e la robotica, inoltre, richiedono norme chiare sulla sicurezza e sulle responsabilità.
La risoluzione è stata approvata con 571 voti a favore, 32 contrari e 35 astensioni.
Le scuole dovrebbero trasmettere le necessarie competenze al fine di colmare il “divario digitale” e garantire una facile transazione verso un’economia intelligente. Le autorità dovrebbero infine includere requisiti di sicurezza informatica nelle gare per gli appalti pubblici.
Per Michal Boni (PPE, PL) ““Il 5G è più di una rivoluzione nella connessione mobile, è un motore d’innovazione, che porta cambiamenti nelle industrie, sviluppando modelli di business, creando nuove reti e servizi di alta qualità, connettendo nuove industrie e migliorando il servizio per i clienti. Abbiamo bisogno di un semplice quadro giuridico, modelli flessibili per co-investimenti, nonché certezza e prevedibilità a lungo termine”.
“L’Ue potrebbe diventare un leader mondiale nella digitalizzazione dell’industria – ha commentato Reinhard Bütikofer (Verdi/ALE, DE) -. Tuttavia dobbiamo avanzare con decisione e insieme per affrontare questo cambiamento. La leadership industriale non è garantita. Non dobbiamo solamente avere il pieno controllo della tecnologia e dei nuovi modelli di business, ma tenere anche conto delle nostre responsabilità sociali. Come ogni buona politica economica, la digitalizzazione deve essere del, per e dal popolo”.