Alle prossime elezioni politiche potrebbero presentarsi per la prima volta partiti che hanno raccolto le firme a proprio sostegno online. E’ l’effetto di uno degli ultimi emendamenti approvati nella tarda serata di ieri, domenica 4 giugno, dalla commissione Affari costituzionali della Camera, presentato dal deputato Andrea Mazziotti (Civici e innovatori) e dalla deputata indipendente Mara Mucci.
E’ stato lo stesso Mazziotti ad annunciarlo su Twitter, allegando una foto del testo approvato. Nel testo si legge che “entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge elettorale dovranno essere definite le modalità per consentire in via sperimentale la raccolta digitale delle sottoscrizioni necessarie alla presentazione delle candidature e delle liste in occasione di consultazioni elettorali”.
E’ solo una parte del pacchetto proposto dai due deputati, che prevede inoltre la diminuzione del numero delle firme necessarie per presentare un simbolo elettorale e l’aumento del numero degli “autenticatori”, ovvero le persone validano le firme, soprattutto consiglieri comunali e provinciali.
Stando ai dati di Agid, a dicembre 2016 erano circa 14,4 milioni gli italiani in possesso di firma digitale. Entrata in vigore nel 2014, la firma digitale consente di scambiare in rete documenti con piena validità legale. Usare questo strumento per la raccolta delle firme per la presentazione dei simboli, sostengono i deputati che hanno proposto l’emendamento, significherebbe “restituire ai cittadini un accesso minimo agli strumenti democratici”.
“La firma digitale, proposta appena approvata, certifica immediatamente l’identità di un cittadino. Ma non è così diffusa. Questo è un modo per aiutarne la diffusione, e per rendere più innovativo il processo di raccolta firme”, spiega Mara Mucci su Facebook.