Motivi personali o problemi aziendali? È questa la domanda, ancora senza risposta, che accompagna il possibile congedo trimestrale di Travis Kalanick, co-fondatore e ceo di Uber, di cui ha discusso l’ultimo consiglio di amministrazione della compagnia. L’ipotesi finita sul tavolo del board, riunitosi nel weekend appena concluso, potrebbe infatti essere dettata sia dal difficile periodo personale che sta passando il top manager, che ha da poco perso la madre in un incidente nautico, sia dalle acque agitate in cui l’azienda naviga da tempo. Fra i ricorsi in tribunale, i presunti casi di molestie sessuali e gli addii di diversi manager, gli ultimi mesi non sono stati semplicissimi per Uber e sul banco degli imputati è finito l’amministratore delegato.
La discussione del cda sul possibile stop trimestrale di Kalanick è andata in scena durante una riunione delicata, nata per valutare l’indagine interna di Eric Holder, ex procuratore generale, che ha messo in luce alcuni problemi gravi della cultura aziendale di Uber. “Smuovere i vertici aziendali” è, riporta il New York Times, l’obiettivo dei consiglieri di amministrazione che comunque ancora non hanno preso alcuna decisione ufficiale sullo stop del ceo. Chi ha invece già un piede fuori dalla porta è Emil Michael, capo del business finito nel mirino dell’indagine interna che, secondo alcune indiscrezioni che potrebbe anticipare i tempi licenziandosi.
Il consiglio di amministrazione, durato più di 6 ore, ha dichiarato di voler dare la scossa prospettata dalla relazione di Holder già a partire da questa settimana. Un assaggio si è avuto negli ultimi giorni, con l’ingresso in società di nomi importanti come Frances Frei, professore di Harvard, come vice presidente per Strategia e Leadership e l’ex manager Apple Bozoma Saint John come responsabile del brand. Ma la relazione interna dovrebbe aver previsto cambiamenti molto più invasivi. Tra questi non ci sarebbe comunque il licenziamento del ceo Kalanick, che però potrebbe essere messo in congedo per tre mesi. Nei prossimi giorni, forse anche settimane, se ne saprà di più.