L’abolizione dei sovraccosti del roaming a partire da domani “è un vero successo europeo” a cui hanno contribuito tutte le istituzioni Ue, trovando un “equilibrio” tra le esigenze dei cittadini e quelle degli operatori. Lo hanno dichiarato in una nota congiunta il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani e il premier di Malta Joseph Muscat per la presidenza di turno del Consiglio Ue. “D’ora in poi i cittadini che viaggiano nell’Ue potranno chiamare, inviare messaggi e connettersi” a internet “allo stesso prezzo che pagano nel loro Paese”, e questo “è uno dei successi principali e più tangibili dell’Ue”, hanno sottolineato i tre leader.
Per arrivare a questo risultato, hanno ricordato, “negli ultimi dieci anni le nostre istituzioni hanno collaborato assiduamente” in quanto “il cammino è stato lungo e ha visto il coinvolgimento di vari attori”. Allo stesso tempo, hanno evidenziato Juncker, Tajani e Muscat, “l’Ue è riuscita a trovare il giusto equilibrio tra abolizione delle tariffe di roaming e necessità di preservare la competitività e l’attrattività delle formule tariffarie nazionali”. La fine del roaming a pagamento, hanno quindi concluso i leader delle istituzioni europee, “è alla base del mercato unico digitale” nonché “un altro passo verso la creazione di una società digitale europea unita e sostenibile”.
La riforma tanto attesa arriva in dirittura finale dopo oltre 10 anni: dalla mezzanotte di oggi nasce il mercato unico delle Tlc mobili, senza sovrapprezzi per chi viaggia all’estero sull’uso del cellulare per voce, sms e navigazione. Stesse tariffe che nel proprio Paese: roam like home lo slogan.
Una lunga partita controversa, a lungo avversata dagli operatori mobili, e ancora non del tutto definita a puntino. Per le Tlc mobili si prevede una complessiva contrazione degli introiti calcolata in circa un miliardo. Del resto la normativa prevede pochissime deroghe: saranno le authority nazionali delle comunicazioni a valutare se un operatore abbia diritto a chiedere l’”opt out”. Deve emergere (in base a simulazioni economiche sui dati degli anni precedenti) che il peso negativo del roam like home sull’intero fatturato sia di almeno il 3%. In Italia la valutazione spetterà all’Agcom, sembra escluso che gli operatori italiani medio-grandi “si trovino in questa situazione”, aveva specificato Roberto Viola dg della Dg Connect nel mese scorso.
La fine roaming fa parte della più ampia strategia del digital single market, che ha come obiettivo l’abbattimento delle barriere alla libera circolazione delle informazioni online. Nei prossimi 6 mesi è destinato a sparire anche il geoblocking.