“La presenza di registri affidabili rappresenta oggi un elemento essenziale per un sistema economico efficiente. Per il Paese è un elemento imprescindibile in chiave di competitività internazionale: non a caso è valutato positivamente dalla Banca Mondiale per la classifica doing business. Questa iniziativa rappresenta una ulteriore garanzia di accesso ai propri diritti fondamentali come l’identità, la libertà personale, la proprietà, la libertà testamentaria, rendendo più fruibili diritti garantiti dalla nostra Costituzione”. Giampaolo Marcoz, consigliere nazionale del Notariato commenta così la nascita del progetto dei registri pubblici sussidiare digitali.
Una piattaforma informatica di archiviazione delle informazioni relative ad alcune attività notarili per le quali oggi non sono previste forme di pubblicità legale. Ciò, spiega il Notariato in una nota, permetterà di creare dei registri delle designazioni degli amministratori di sostegno, delle procure e dei testamenti olografi depositati fiduciariamente. In una eventuale seconda fase questi registri potrebbero essere estesi ad altre informazioni come i contenuti dei patti di convivenza e delle disposizioni di fine vita, il tutto in chiave sussidiaria rispetto ai Pubblici registri nazionali.
L’obiettivo dell’iniziativa è garantire la conoscibilità da parte dei cittadini e di altri soggetti qualificati di informazioni e documenti oggi difficilmente reperibili, attraverso il notaio, per trovare più facilmente le designazioni degli amministratori di sostegno, le procure e i testamenti olografi depositati fiduciariamente. La presentazione ufficiale del progetto andrà in scena domani a Torino, in occasione di un convegno organizzato dal Consiglio nazionale del Notariato e dalla Fondazione italiana del Notariato.
“L’informatizzazione dell’attività notarile – ricorda Michele Nastri, presidente della Notartel (la società informatica del Notariato, ndr) – è un percorso avviato nel 2001 su cui il Notariato ha investito più di 18 milioni di euro solo negli ultimi 10 anni mettendo in rete i circa 5 mila studi notarili tra loro e con la Pubblica amministrazione”.