NUOVE RETI

5G, Giacomelli: “In campo sette progetti per il bando Mise”

Il sottosegretario alle Comunicazioni tira le somme della gara chiusa il 12 giugno. Presentate quattro proposte per le aree di Milano e Bari-Matera, tre per l’area Prato-L’Aquila. “Nuove reti saranno volano di crescita per il nostro sistema produttivo”

Pubblicato il 23 Giu 2017

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Sette proposte progettuali per la realizzazione di sperimentazioni pre-commerciali di banda 5G: 4 equamente divise fra le aree di Milano e Bari-Materia e 3 per l’area che comprende Prato e L’Aquila. Sono questi i numeri delle iniziative 5G arrivate lo scorso 12 giugno sul tavolo del Mise, come svelato dal sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli durante un’interrogazione di Civici e innovatori in commissione Trasporti alla Camera. “La tecnologia 5G è in forte discontinuità con il passato, sia per quanto riguarda la velocità che il tempo di latenza – ha spiegato Giacomelli -. Ha potenzialità enormi sul fronte dei servizi che potranno essere sviluppati e sarà volano di crescita per il nostro sistema produttivo”.

L’interrogazione alla Camera è stata l’occasione per andare a fondo della strategia messa in campo dal ministero dal Governo, affidata alla regia del ministero dello Sviluppo economico, per stimolare lo sviluppo delle nuove reti di telecomunicazioni. Il ministero, con avviso pubblico del 16 marzo 2017, “ha aperto la procedura per l’acquisizione di proposte progettuali per la realizzazione di sperimentazioni pre-commerciali nella porzione di spettro 3.7-3.8 GHz in 5 aree del territorio, con la possibilità di utilizzo nella suddetta banda di una quantità di spettro fino a 100 MHz contigui”, ha spiegato Giacomelli ricordando che la procedura è “aperta alle imprese, già autorizzate alla fornitura di reti e servizi di comunicazione elettronica accessibile al pubblico o che si impegnino a conseguire la suddetta autorizzazione prima del rilascio dell’autorizzazione provvisoria alla sperimentazione”.

Giacomelli ha ricordato che queste imprese possono partecipare con diverse modalità allo sviluppo del 5G, quali “capofila di forme di aggregazione, partenariato e altra modalità di intesa e/o coordinamento con università, enti e centri di ricerca, imprese di livello nazionale o internazionale con specifiche competenze nel settore dei servizi 5G, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, start up, associazioni di categoria”. Forme pensate per favorire la creazione di un ecosistema innovativo attorno ai progetti per la rivoluzione mobile. L’obiettivo è preciso: “Impegnare i soggetti che si aggiudicheranno le frequenze a sperimentare le reti e i servizi abilitati dalla tecnologia 5G, coinvolgendo i territori e le realtà di eccellenza nel mondo della ricerca e dell’impresa – ha spiegato il sottosegretario del Mise -. I progetti dovranno essere realizzati nell’arco di quattro anni e all’interno delle aree geografiche individuate”.

L’iniziativa del Governo, ha concluso Giacomelli, “ha avviato in linea con gli indirizzi espressi dalla Commissione europea un’azione volta a porre le opportune basi al fine di dare non solo un forte impulso alla domanda di servizi innovativi in tecnologia 5G, ma anche e soprattutto per raggiungere l’obiettivo strategico di fare dell’Italia un attrattivo centro europeo di creazione e sviluppo di tali servizi digitali innovativi, stimolando la più ampia e diversificata partecipazione delle imprese, dei centri di ricerca, associazioni di categoria e delle pubbliche amministrazioni”.

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