Crédit Agricole estende lo smart working a tutti i dipendenti delle direzioni centrali e delle strutture di supporto alla rete. Dopo aver lanciato il lavoro agile come progetto pilota nel 2016, il gruppo bancario francese ha deciso di allargare la platea di lavoratori che potranno usufruire della modalità smart working, portando il totale a 2.500 persone. Potranno lavorare da casa o da un hub aziendale vicino alla sede di residenza, grazie ad una dotazione di strumenti tecnici innovativi sia hardware sia software, che facilitano l’interazione con i colleghi in ufficio e lo svolgimento delle riunioni a distanza.
L’iniziativa, spiega la compagnia, intende accrescere la soddisfazione, il benessere e il coinvolgimento del personale aziendale favorendo la conciliazione dei tempi casa-lavoro. Il gruppo francese conferma così anche di puntare sulla sostenibilità, visto che si prevede una riduzione dell’impatto ambientale che, limitando gli spostamenti in auto e di conseguenza le emissioni di CO2, potrebbe arrivare a garantire un risparmio potenziale di anidride carbonica superare alle 371 tonnellate/anno al 2019. Secondo quanto dichiarato da Credit Agricole, sono 200 i colleghi che hanno immediatamente aderito all’opportunità e si dicono soddisfatti del loro lavoro e sensibilmente agevolati nella gestione delle attività familiari.
Attualmente, stima l’Osservatorio smart working del Polimi, sono già circa 250 mila in Italia i lavoratori subordinati che godono di discrezionalità nella definizione delle modalità di lavoro in termini di luogo. Circa il 7% del totale di impiegati, quadri e dirigenti. A fronte dei benefici concreti riscontrati e del favore dei lavoratori, molte imprese stanno ulteriormente estendendo il numero di persone coinvolte e l’intensità di applicazione. E sono già ben il 30% le grandi imprese che vantano iniziative ad hoc per il lavoro agile. Ma non si tratta di una sfida per soli big.