IL PROGETTO

Scuola-lavoro, Cdti in campo contro le fake news

A Roma il progetto pilota per formare gli studenti e dotarli di strumenti adeguati di prevenzione. Anche Nodes fra gli organizzatori

Pubblicato il 28 Giu 2017

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Il Club Dirigenti Tecnologie dell’Informazione (Cdti) di Roma è la più grande associazione no-profit di dirigenti Ict della capitale. Fondata nel 1984 essa fa parte di Fida Inform, la Federazione Italiana dei Dirigenti d’Azienda Informatici, alla quale aderiscono oltre 1.000 manager italiani, sia appartenenti al mondo della domanda Ict che al mondo dell’offerta.

Il CdtiI di Roma è la sezione capitolina di Fida Inform, conta circa 500 iscritti e si propone di promuovere un uso intelligente, rispettoso dell’ambiente ed adeguato alle esigenze delle aziende e della amministrazioni pubbliche delle tecnologie ICT. In particolar modo il gruppo è attivo sul territorio romano non solo con collaborazioni no-profit con le principali amministrazioni pubbliche (Ministeri, Consip, aziende di Stato, Comune e Regione) ma anche con diverse aziende private, organizzando un nutrito numero di eventi e di seminari gratuiti per la dirigenza Ict.

L’attività del Cdti di Roma si focalizza sui Gruppi di lavoro e di interesse, che si configurano come tavoli di incontro fra rappresentanti della domanda e dell’offerta Ict, ospitando anche esperti del settore. Sono attivi attualmente Gruppi di lavoro sul Cloud Computing, sulla Sanità Digitale, sulla Privacy, sull’Internet delle cose, sui Rapporti con le Università, sulla partecipazione delle PMI agli appalti Ict della Pubblica Amministrazione e sull’Alternanza Scuola-Lavoro.

Quest’ultimo gruppo di lavoro ha individuato in particolare un progetto pilota che avesse come obiettivi principali l’apprendimento di tecnologie e/o strumenti innovativi a supporto della scuola, e il coinvolgimento degli studenti come parte attiva di alcuni processi aziendali, con il supporto di un tutor per l’intero periodo di collaborazione. Con queste premesse, Nodes, società IT romana facente parte del network Cdti, e che ha fatto del contributo di giovani talenti un importante elemento distintivo, ha individuato nel Liceo Classico Statale ‘Pilo Albertelli’ di Roma, un interlocutore valido e disponibile ad essere coinvolto in un progetto concreto di collaborazione.

Proseguendo pertanto l’esperienza di Alternanza Scuola/Lavoro già realizzata nel 2016 nell’ambito dei Big Data, il Cdti di Roma, la società Nodes e il Liceo Classico Pilo Albertelli hanno orientato una serie di attività di formazione e di ricerca attraverso il coordinamento tra il docente tutor designato dall’istituzione scolastica, Emanuela Cito e il tutor formativo incaricato da Nodes, Fabio Scebba.

Come estensione del campo di ricerca rispetto alla precedente esperienza, quest’anno, coerentemente con la ‘Data-centric Culture’ di Nodes, tra le fonti di dati oggetto delle analisi, sono stati inclusi anche i Social Network.

In dettaglio, i filoni di ricerca sono stati ben tre ed hanno riguardato: fake news, Palazzi Museali italiani, social benchmark fra player del mercato italiano Ict. In termini metodologici, il percorso di formazione è stato scandito nelle tre fasi progettuali già sperimentate nel 2016: una prima fase incentrata sulla formazione dei ragazzi delle classi III e IV coinvolti nei tirocini formativi, nonché sull’effettivo sviluppo dei lavori di ricerca ed analisi; una seconda fase che ha riguardato l’estrazione delle informazioni e la redazione dei documenti finali di progetto, sempre a cura dei ragazzi coinvolti nel tirocinio formativo. In tal senso, sono stati prodotti documenti che hanno permesso all’azienda di testare le capacità di reporting analitico, le competenze logico-linguistiche e l’abilità di sintesi dei ragazzi; una terza fase, la più importante, focalizzata sulla verifica dei processi di apprendimento sviluppati in azienda e che vedrà, nel mese di settembre, l’illustrazione dei risultati principali del progetto al Management aziendale e alla Dirigenza Scolastica.

Fake news, comprenderle per prevenirle

Nel corso degli ultimi mesi, il fenomeno delle cosiddette fake news ha assunto un carattere di particolare rilevanza presso l’opinione pubblica nazionale ed internazionale, arrivando ad influenzare in qualche modo anche i risultati di alcune delle più importanti consultazioni elettorali, prime fra tutte Brexit e le elezioni presidenziali statunitensi. Il tema è oramai divenuto a tal punto tangibile che anche l’Ocse ha pensato di intervenire sull’argomento, auspicando lo sviluppo di competenze digitali che permettano, anche ai ragazzi, di sapersi orientare all’interno della rete distinguendo, nella fattispecie, le notizie vere dalle fake news. Sulla base di queste evidenze, Nodes ha inteso fornire un contributo sul tema, proponendo una analisi comparativa tra le pagine di politica interna americana ed i singoli post pubblicati dai profili social delle principali emittenti televisive statunitensi. L’obiettivo posto da Nodes è stato quello di rendere i giovani ragazzi, contributori attivi di un sistema che contrasti le fake news e che ne sviluppi il proprio spirito critico ampliando i rispettivi orizzonti culturali. Le indicazioni che sono emerse da queste analisi, hanno evidenziato come le «Fake news» o le cosidette «Bufale del web» trovino terreno fertile sui social, anche in considerazione della loro innata caratteristica time-consuming. Molto interessante è stato notare inoltre che queste notizie fuorvianti, abbiano una maggiore condivisione se, correlato al link, vi sia una foto od un video. Altra caratteristica tristemente riscontrata, sta nel fatto che, in riferimento al campione analizzato, la maggior parte dei post considerati falsi abbiano riscosso una percentuale di «likes» superiore ai post inerenti notizie vere.

Geografia economica e sociale dei Palazzi Museali italiani

Questo filone di ricerca ha voluto rappresentare l’anello di congiunzione fra una realtà molto focalizzata su contenuti tecnologici come Nodes, e il background spiccatamente classico dei ragazzi coinvolti nel progetto. Considerati quattro grandi musei romani: Galleria Borghese, Palazzo Venezia, Palazzo Spada e Museo Nazionale Romano nel quinquennio di riferimento 2012-2016, i ragazzi hanno proceduto alla individuazione degli Open Data sul portale del Mibact ritenuti più idonei alla correlazione, e, contestualmente, hanno richiesto ai singoli musei, e su autorizzazione della azienda, dati ufficiali riferiti al periodo in esame. Questi dati sono stati successivamente messi in correlazione con quelli legati a un importante museo del Nord, Palazzo Madama di Torino, e ad uno del sud, Palazzo Mirto di Palermo, con l’obiettivo di fornire un contributo alla geografia economica del turismo nel nostro paese. Lo step successivo, ha riguardato una evoluzione del paradigma di analisi, correlando le dimensioni già analizzate con le pagine Social dei musei. Le conclusioni a cui sono giunti i ragazzi confermano l’ambiguità frutto della diarchia realtà-finzione che spesso contraddistingue i social network. Il ‘like’ o l’“hastag” non può ancora (fortunatamente ndr.) considerarsi un indicatore affidabile dei gusti e delle abitudini dei turisti. Un caso su tutti quello della Galleria Borghese, che, pur essendo il museo con il maggior numero di visitatori annuo rispetto a quelli analizzati, su facebook conta un numero di likes molto inferiore rispetto alle altre dimore storiche oggetto d’indagine.

Social Benchmark fra Nodes e altri player del mercato italiano Ict

Il terzo ed ultimo filone di ricerca, ha visto lo studio di un caso specifico di produzione editoriale Nodes, messo poi in correlazione con quello di altre tre affermate aziende italiane del settore: Sdg Group, Mauden, Infordata. Il primo step ha riguardato lo studio del piano editoriale digital sviluppato da Nodes per il webinar ‘Data Driven Marketing’ del 29 marzo scorso. E’stata svolta una analisi temporale del numero di follower, successivamente messa in correlazione con le ‘azioni sociali’ svolte sui canali, quali: posting, likes, commenti esterni/inteni, condivisioni, relativamente al mese di marzo 2017. Successivamente, questi dati sono stati oggetto di comparazione con con quelli relativi a Sdg Group, Mauden ed Infordata. Le analisi effettuate, oltre ad aver dato una prima interessante evidenza del ‘confronto digitale’ fra quattro importanti realtà IT, hanno dimostrato come per le aziende B2B oriented del tradizionale terziario, linkedin rappresenta, per le sue potenti funzionalità di condivisione e sponsorizzazione, il canale social di gran lunga più efficace per sviluppare piani anche complessi di social advertising finalizzati alla brand awareness.

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