“Petya è molto più pericoloso di Wannacry, non è stato ancora disattivato e non sappiamo quanto e dove colpirà nelle prossime ore. Certo è che l’attacco si sta propagando in Europa: sono già state colpite molte aziende in Italia, Gran Bretagna, Francia e India”. Ne è convinto Valerio Pastore, esperto di cybersecurity e presidente di Boole Server, azienda specializzata in soluzioni di data centric protection.
“Rispetto a Wannacry, anche l’obiettivo dell’attacco è diverso: infatti mentre il precedente ha colpito esclusivamente le aziende, ora Petya sta colpendo centrali elettriche e nucleari, minacciando la sicurezza nazionale e lanciando un chiaro avvertimento di quello che potrebbe accadere con una terza ondata di attacchi informatici.”
“Petya non è partito dalla Russia, ma la ha attaccata, perché i sistemi russi non sono costantemente aggiornati e risultano quindi i più vulnerabili. Il paradosso è che Wannacry e Petya hanno utilizzato la stessa porta d’ingresso: una falla di Windows, che probabilmente ha permesso di attaccare anche la centrale di Chernobyl. Evidentemente dall’errore – conclude Pastore – non si è imparato nulla”.