Big data, serve un intervento coordinato nazionale e internazionale. Lo ha detto il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Angelo Marcello Cardani intervenendo alla FSR Communications & Media Annual Conference presso la Florence School of Regulation. “È necessario – ha specificato – un approccio multidisciplinare ai big data, sia a livello nazionale che internazionale, capace di racchiudere in un unico intervento complessivo e coordinato le tutele di fondamentali diritti individuali e collettivi in materia di privacy, concorrenza, e di tutela degli utenti”.
Nel ricordare l’indagine conoscitiva sui big data avviata congiuntamente da Agcom, Autorità Antitrust e Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali lo scorso 30 maggio, Cardani ha sottolineato la necessità, in assenza di una disciplina organica, “di individuare attraverso un’azione coordinata le principali problematiche legate all’utilizzo dei big data e nella definizione di un insieme di regole che siano in grado allo stesso tempo di tutelare i singoli cittadini, la concorrenza nei mercati digitali, nonché la promozione del pluralismo nell’ecosistema digitale”.
Il trattamento dei big data, pur rappresentando un notevole patrimonio informativo, “comporta specifici rischi per la tutela della riservatezza delle persone – dice Cardani -, tenuto conto anche del fatto che, grazie alle nuove tecnologie e alle tecniche di analisi, elaborazione ed interconnessione dei dati, risulta in molti casi possibile re-identificare un individuo attraverso informazioni apparentemente anonime”.
In particolare, soffermandosi sull’interazione tra big data, app e tutela degli utenti, il Presidente Agcom ha evidenziato quanto il consumatore non abbia una chiara percezione di quali dati vengano ceduti e di come essi siano utilizzati, in quanto “il meccanismo dell’app si configura come una transazione una tantum riguardante altri servizi a fronte invece di un uso dinamico e prolungato delle informazioni degli utenti”. La potenzialità dei big data, ha concluso, anche rispetto a dati anonimi o aggregati, può tradursi in profilazioni sempre più puntuali ed analitiche, con il rischio di possibili restrizioni delle libertà.