La Commissione europea bacchetta i Paesi-membro: solo pochissimi
sono riusciti a rispettare la scadenza fissata (il 25 maggio) per
incorporare i principi del nuovo quadro regolatorio Ue sulle
telecomunicazioni nella normativa nazionale.
Gli unici due Paesi virtuosi sono Danimarca e Estonia, ha rivelato
un portavoce della Commissione; degli altri Paesi, alcuni hanno
parzialmente rispettato la scadenza, come Regno Unito, Francia,
Lettonia, Lituania, Slovenia e Lussemburgo, e si preparano a
implementare le modifiche legislative entro o subito dopo
l’estate, con un lieve ritardo.
In particolare, la Germania potrebbe essere pronta tra qualche
settimana, mentre la Francia non riuscirà a proporre la nuova
legislazione prima di settembre. L’Italia è tra i meno virtuosi,
perché non ha fissato alcuna chiara tabella di marcia. I Paesi che
non hanno rispettato la scadenza prevista rischiano ora una
procedura di infrazione da parte della Commissione europea.
I principi guida che dovevano essere incorporati nelle varie
normative nazionali sono stati disegnati per migliorare
l’esperienza dell’utente e la trasparenza delle offerte
telecom: prevedono ad esempio la possibilità di effettuare la
portabilità del numero da un carrier all’altro in 24 ore, la
fornitura al cliente di un piano dettagliato con i servizi e le
relative tariffe, contratti con termini più chiari, una maggiore
protezione dei dati personali e misure più severe contro lo spam,
nuovi poteri per i regolatori nazionali e l’authority europea
Berec, l’estensione del numero di emergenza europeo 112 a tutti i
Paesi-membro e un migliore accesso ai servizi online per i
disabili.