Il terzo bando per la banda ultralarga nelle aree bianche, cioé a fallimento di mercato, “sarà sottoposto a ulteriore procedura di consultazione per evitare contestazioni”. E’ quanto ha affermato l’amministratore delegato di Infratel, Domenico Tudini, nel corso di un’audizione al Senato.
Riguardo al secondo bando, il top manager ha confermato che l’aggiudicazione dovrebbe avvenire entro il 15 o al massimo il 20 di questo mese. Rispondendo indirettamente alle polemiche sui primi due bandi, Tudini ha sottolineato che “il 3 maggio sono stati pubblicati per trenta giorni i dati ed i piano di aiuti di Stato (per le aree bianche, ndr) ed è stata data la possibilità agli operato di rivedere i loro piani”. “Sono state indicate le aree con intervento pubblico ed e’ stata dato un ulteriore lasso di tempo agli operatori per poter integrare i loro piani”.
“Le aree bianche erano conosciute da quando abbiamo pubblicato dal 3 maggio 2016, quindi dai dati con i numeri civici, quali sarebbe rostate le aree con itervento pubblico e poi gli operatori hanno avuto un ulteriore lasso di tempo con cui integrare”, il piano”, ha precisato il manager, spiegando che, dal 19 ottobre 2015 quando è partita la consultazione sulla mappatura del territorio per la distinzione delle aree in bianche, grigie e nere e i conseguenti investimenti degli operatori, si è arrivati al “5 febbraio 2016” quando sono stati pubblicati i dati della consultazione. “C’era una situazione chiara delle aree in cui gli operatori hanno detto che non avrebbero fatto investimenti nei prossimi tre anni, quindi con un orizzonte minimo”. Per le aree parzialmente bianche, “per evitare un effetto spiazzamento, abbiamo fatto un’ulteriore mappatura non solo con le 94mila aree Istat ma abbiamo chiesto agli operatori le intenzioni di investimento con i numeri civici”.
Dei ricorsi sui bandi ha invece parlato Domenuco Arcuri, Ad di Invitalia (che controlla Infratel): “Salutiamo gli onorari dei legali che hanno dovuto gestire questa faccenda”. Arcuri ha poi ricordato gli ingenti risparmi realizzati con la prima gara, “aggiudicata con un risparmio del 53% dell’ammontare posto a bando”. Quindi “se immaginassimo che questa percentuale di risparmio fosse uguale nelle altre due gare, sull’ammontare pari a 2,9 miliardi lo Stato risparmierebbe circa 1,5 miliardi”.