INNOVAZIONE

Turismo digitale, wi-fi federato trampolino di lancio per l’Italia

Mibact e Mise a lavoro su un sistema unico di accesso. L’obiettivo? Raccogliere dati per monitorare i flussi e sviluppare servizi a misura di utente

Pubblicato il 06 Lug 2017

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Corre il digitale, anche nel turismo. Che sembra aver definitivamente voltato pagina soprattutto perché, grazie al web marketing e alla pubblicità online, dai grandi alberghi ai più spartani bed and breakfast fino ai piccoli agriturismi, tutti ormai sono collegati in rete. Ma sarà determinante promuovere il progetto per la creazione di una rete federata di wi-fi pubblico aperto.

Per comprenderlo basta andare su internet e accedere a uno dei portali di prenotazioni turistiche. In modo semplice. Conveniente. Ricercando mete e viaggi su Booking.com. O su TripAdvisor. Dove ormai c’è di tutto. Strutture ricettive. Prezzi. Recensioni.

Ma se le nuove tecnologie hanno segnato una svolta e il turismo rappresenta il settore dove hanno avuto il maggiore impatto, non basta avere un sito visto che manca ancora qualcosa nella messa a punto delle strategie dell’offerta verso un cliente sempre più digitalizzato ed esigente.

Il punto sullo stato dell’arte è stato fatto durante il convegno “Turismo digitale: un motore per la crescita del paese”, tenutosi a Roma e organizzato dall’associazione Italian Digital Revolution in collaborazione con l’associazione Civita.

Numerosi gli intervenuti al dibattito, moderato dall’esperto di innovazione e turismo Edoardo Colombo. Tecnici e politici hanno infatti ribadito l’esigenza per il nostro sistema turistico, dopo l’affermazione delle Ota (Online travel agencies) e dei social network come veicoli per pubblicizzare promozioni, di recuperare il gap di cultura digitale adeguandosi alle nuove leggi di mercato. Non solo garantendo gli investimenti in hi-tech, ma mettendo il turista al centro di tutto.

“Stiamo portando, anche grazie all’intervento pubblico – ha affermato Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico, in un messaggio agli organizzatori del convegno –, la banda ultralarga in molte zone del nostro paese, con particolare attenzione per i luoghi turistici, mentre con Mibact e Agenzia per l’Italia digitale siamo al lavoro per il progetto wi-fi Italia It, che consentirà a cittadini e turisti di connettersi al wi-fi gratuitamente e in modo semplice grazie a un sistema unico di accesso. Proprio la realizzazione di una rete wi-fi nazionale ci consentirà di avere, in tempo reale, un dato completo sul flusso turistico in Italia, sulla sua composizione, sulle esigenze, sugli spostamenti. Saranno informazioni utili per la messa a punto di servizi capaci di migliorare l’ospitalità italiana e di generare ricchezza”.

Si tratta dunque di un business in crescita costante, un settore in cui ci sono stati enormi progressi, e se oggi circa un miliardo di persone fa almeno un viaggio internazionale all’anno, nel 2035 ne saranno almeno due. Con le aziende del settore che valgono ormai intorno ai 180 miliardi (il 12% del Pil) e contano un milione e 100mila addetti

Secondo dati recenti dell’Osservatorio innovazione digitale nel turismo del Politecnico di Milano, l’86% delle strutture ricettive utilizza il sito web e il 66% i social network; l’84% raccoglie dati e informazioni online sulla clientela, il 94% esamina i giudizi espressi dopo il soggiorno sui portali specializzati e il 45% incentiva la pubblicazione di recensioni. Con il 28% delle prenotazioni che proviene tramite le Ota, il 18% via mail e il 10% direttamente attraverso il proprio sito o i canali social.

Risultato: il web risulta pressoché indispensabile nel momento della prenotazione e “anche per questo – ha ribadito Mauro Nicastri, presidente dell’associazione Italian Digital Revolution – bisogna sostenere e diffondere il progetto per la creazione di una rete federata di wi-fi pubblico aperto, attraverso Spid con un login unico. Si tratta di una delle azioni previste nel protocollo d’intesa stipulato tra Mise, Mibact e Agid, che darà attuazione alle azioni sul turismo previste dal Piano crescita digitale. I territori che aderiranno e sosterranno il progetto offriranno al turista la possibilità di utilizzare le stesse credenziali per navigare con i propri smartphone e tablet, senza effettuare una nuova registrazione ogni volta che ci si sposterà lungo la nostra penisola”.

Certo, “l’Italia ha delle qualità totalmente inespresse di fronte al fatto che il turista straniero chiede sempre più servizi adeguati e un sistema che lo accompagni – ha asserito Arturo Siniscalchi, vicepresidente dell’Aidr e dirigente di Formez PA –. Per questo, dobbiamo pensare anzitutto che siamo il miglior competitor di noi stessi”.

Tra gli interventi quello dell’assessore allo Sviluppo economico di Roma, Adriano Meloni, dei parlamentari Francesco Giro e Mattia Fantinati e del direttore generale di Qwant, Alberto Chalon.

Alla fine dell’anno scorso, la spesa turistica in Italia attraverso i canali digitali ha toccato i 10,3 miliardi di euro, facendo registrare un +8% rispetto al 2015 (9,5 miliardi).

Inoltre il turista italiano adopera il digitale sostanzialmente in linea con quanto avviene nelle altre realtà europee. C’è però da migliorare quando si parla di strutture ricettive. Se infatti crescono le attività di customer care e le modalità con cui vengono effettuate, passando ad esempio dal questionario alle recensioni, è pur vero che resta ferma al 23% la quota di strutture che contattano il cliente a ridosso del viaggio per offrire servizi aggiuntivi e solo il 49% ha un proprio sito web dotato di un sistema di prenotazioni online che abilita tra l’altro a controllare la disponibilità delle stanze. E soltanto il 57% dei b&b e degli agriturismi accetta pagamenti elettronici, con un’accentuazione del problema nel Sud (50%). Cifre che evidenziano per quale motivo sia le istituzioni che le imprese devono continuare a fare la loro parte.

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