LO SCONTRO

Telecom, Cattaneo non blocca le voci sulla sua uscita di scena

Non si spengono i riflettori sulla governance nonostante le dichiarazioni dell’Ad. Vivendi giudica “unilaterale” la posizione espressa da Cattaneo, ipotesi interne per il vertice. La richiesta di chiarimenti di Consob, l’intervento di Asati

Pubblicato il 12 Lug 2017

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Tim, la partita governance resta aperta. Nonostante le dichiarazioni dell’ad Flavio Cattaneo sui media rimbalzano ipotesi su eventuali uscite di scena del numero uno. Che ieri ha detto: “Il mio contratto scade nel maggio del 2020 ed è mia intenzione rispettarlo fino all’ultimo giorno”. Vivendi fa sapere di ritenerela una “posizione unilaterale”: secondo Bloomberg l’azienda guidata da Bollorè potrebbe puntare, per l’eventuale avvicendamento, a una soluzione interna, con deleghe assegnate al vice presidente Giuseppe Recchi e nomina a direttore generale di Amos Genish, Chief Convergence Officer di Vivendi, che di fatto diventerebbe l’uomo azienda.

Sulla vicenda è intervenuta la Consob con richiesta di chiarimenti sull’uscita dell’ad, ha scritto Il Sole 24 Ore. “Il titolo Telecom Italia è andato in altalena su voci, smentite e no comment, circa l’uscita anticipata dell’ad Flavio Cattaneo”.

Intervenuta anche Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom, secondo cui Tim deve “provvedere con urgenza a pronunciarsi ufficialmente attraverso la presidenza, nell’interesse di tutti gli azionisti, dei dipendenti e dell’indotto” anche “considerando l’andamento negativo del titolo in Borsa”.

Se venisse trovato accordo sulla sua uscita Cattaneo, consegnata la semestrale, potrebbe lasciare il gruppo e con lui qualche altra ‘prima linea’, si fa il nome di Francesco Micheli, responsabile delle risorse umane.

Lo scontro con il Governo sul piano per la banda larga, a cui fanno riferimento le recenti indiscrezioni di stampa, avrebbero fatto precipitare la situazione ma il rimpasto era già allo studio prima dell’audizione di Cattaneo in Senato, dopo la quale si sarebbero incrinati anche i rapporti con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. “Sono certo che la società tornerà immediatamente ad utilizzare, nei rapporti con il Governo, un linguaggio consono” aveva detto il ministro dopo l’audizione, definendo le affermazioni dell’ad “gravi ed inaccettabili tanto più in quanto rese in una sede istituzionale”.

Solo voci e “tutte false” aveva replicato Cattaneo precisando più tardi, ufficilamente”sto bene a Tim e non ho nessuna tensione con soci, board o presidente”. “Il sottoscritto – precisa Cattaneo – ha sempre operato nell’interesse unico della società e di tutti i soci, garantendo l’indipendenza nel rispetto di tutte le norme corporate e delle leggi italiane. Ho un contratto che scade nel maggio 2020 ed è mia intenzione rispettarlo fino all’ultimo giorno”

Cattaneo si prepara a consegnare al Cda una semestrale che, nelle attese degli analisti dovrebbe registrare un forte incremento dei ricavi (9,7 miliardi +6,5%) e dell’Ebitda (4,12 mld +10,8%) ma un dimezzamento dell’utile a 577 milioni (contro il miliardo del primo semestre 2016). Il primo semestre dell’anno scorso, si legge nella relazione di periodo, beneficiava, oltre che dell’andamento dei margini, della valutazione al fair value dell’opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria emesso a fine 2013, con durata triennale (senza la quale l’utile sarebbe stato di circa 650 milioni di euro, in linea con quello dell’analogo periodo del 2015 ricostruito in termini omogenei).

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