Niente monopoli nei trasporti, nemmeno digitali. L’avvertimento è arrivato da Andrea Camanzi, presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) nella Relazione dell’Art al Parlamento. “Su Uber c’è stato un equivoco drammatico. Nel 2015 intervenimmo premettendo che le piattaforme andavano regolate, ma siamo stati confusi per quelli che volevano aprire indistintamente le porte – ha spiegato Camanzi – Tutto ciò che apre spazi di libertà, a condizioni economiche favorevoli, va guardato con grande attenzione e rimuovendo gli ostacoli non giustificati”.
“Come ripeto spesso, non si devono ricreare monopoli, magari digitali. Perché il rischio che questo accada c’è sempre”, ha sottolineato Camanzi.
“Con riferimento al trasporto pubblico locale non di linea, riteniamo tuttora di piena attualità le proposte contenute nell’atto di segnalazione al governo ed al Parlamento in materia di taxi, Ncc e piattaforme tecnologiche per la mobilità del giugno 2015: materia questa sulla quale, su richiesta delle amministrazioni competenti, l’Autorità ha adottato numerosi pareri – ha spiegato – Diversa da quelle sopra descritte è la condizione di funzionamento dei mercati liberalizzati, quali quello del trasporto via autobus sulla media lunga percorrenza. In questo caso, in esito ad una indagine conoscitiva, l’Autorità ha ritenuto che ogni residua configurazione di ‘interesse pubblico’ o ‘nazionale’ sia da considerarsi superata dalla attuale struttura molto competitiva del mercato, dalle modalità di fruizione del servizio e dalla disponibilità di piattaforme che facilitano l’incontro della domanda e dell’offerta”. Inoltre, ha specificato Camanzi, “conosciamo queste piattaforme, ormai attive ovunque in Europa”.
Sulla norma “anti-Flixbus” passata nella manovrina, che di fatto ha bloccato l’attività della piattaforma Camanzi ha evidenziato. “In generale il principio alla base della nostra attività è sempre lo stesso: tutto ciò che riguarda la tecnologia va regolato in modo positivo, per trarne vantaggio. Non bisogna aver paura del nuovo. Siamo stati confusi con coloro che volevano aprire le porte a Uber invece la nostra posizione rimane la stessa ovvero che le piattaforme tecnologiche che usano i servizi per la mobilità devono essere oggetto di una attenta, limitata e proporzionata regolazione in modo che se ne possa trarre il massimo beneficio”.