L'INTERVISTA

La nuova era di Tiscali all’insegna della fibra. Ruggiero: “Grandi opportunità”

L’Ad della compagnia: “Abbiamo 450mila utenti a banda larga e 200mila utenti mobili. Due i fattori che ci fanno consolidare i numeri: la possibilità di costruire reti Lte sulle nostre frequenze ex WiMax e l’arrivo di Open Fiber”

Pubblicato il 17 Lug 2017

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“Per la prima volta da anni torniamo a registrare utenti in crescita sia negli accessi a banda larga che ne mobile. E le previsioni sono positive. Oggi abbiamo 450mila utenti a banda larga e 200mila utenti mobili sulla nostra piattaforma di operatore mobile virtuale. Ma soprattutto abbiamo due grandi fattori di discontinuità tecnologica che ci stanno facendo consolidare questi numeri, aumentando di 20 punti il margine di contribuzione: la possibilità di costruire reti Lte, ossia 4G, sulle nostre frequenze ex WiMax e l’arrivo di Open Fiber, che ci mette a disposizione fibra ottica in misura crescente, rapidamente e inoltre non è un nostro concorrente”.

Lo afferma in un’intervista ad Affari&Finanza Riccardo Ruggiero, amministratore delegato di Tiscali, annunciando per fine anno il pimo utile netto dell’azienda: “La nuova Tiscali – prosegue – è nata due anni fa dalla fusione con Aria, che aveva in portafoglio una licenza WiMax nazionale per fare il Fixed Wireless, ossia portare le connessioni internet facendo l’ultimo miglio, fino a casa degli utenti, in ponte radio”. I problemi tecnici iniziali, spiega Ruggiero, sono stati risoti grazie alla tecnologia Lte, “che noi usiamo – prosegue – non sulle frequenze mobili ma sulle nostre, la banda 42, tra 3.400 e 3.600 Mhz. Il vantaggio è che è una tecnologia a banda ultralarga, e che possiamo portare collegamenti internet a 100 mega. Il fixed wireless ci permette di coprire rapidamente il mercato delle aree a densità medio bassa di popolazione, Comuni sotto i 30 mila abitanti. Parliamo di un bacino potenziale tra i 10 e i 15 milioni di utenti”.

“Il nostro obiettivo più immediato – continua Ruggiero – è di ottimizzare la nostra base clienti con le nuove tecnologie. Oggi dei nostri 450mila utenti a banda larga ne abbiamo 90mila in bitstream, ossia compriamo da Telecom la banda, e 360mila in unbundling, ossia affittiamo il cavo finale sempre da Telecom. Su questi clienti abbiamo il ‘primo margine’, ossia i ricavi meno il costo del venduto, che è per il 90% targato Telecom, che viaggia tra il 70 e il 50%. Con l’Lte arriviamo al 90-95%, perché l’infrastruttura è nostra. L’obiettivo è arrivare tra due anni ad affittare linee da Telecom per non più del 20% del portafoglio utenti. Il resto sarà tutto fixed wireless e fibra fino a casa degli utenti”.

Quanto all’utilizzo della fibra messa a disposizione da Open Fiber, “Siamo focalizzati sull’ultra broadband – sottolinea Ruggiero – per profittare in pieno della discontinuità tecnologica della fibra. Dobbiamo approfittare di questa congiuntura positiva offrendo sulle connessioni ultraveloci anche dei servizi. Stiamo lavorando a partnership con chi fornisce contenuti, specie nel video”.

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