GIUSTIZIA

Risiko delle torri, assolta Ei Towers: ora Rai Way è “scalabile”

Si conclude con un’archiviazione il procedimento contro il management della società partecipata da Mediaset per “manipolazione del mercato”: secondo il Gip manca il dolo e il dpcm che prevede la maggioranza pubblica nella controllata Rai sarebbe troppo debole per evitare un’Opa

Pubblicato il 19 Lug 2017

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Si conclude con l’archiviazione per Ei Towers il procedimento aperto due anni fa per “manipolazione del mercato” nei confronti del management della società delle torri partecipata al 40% da Mediaset, in merito al tentativo di scalata del febbraio 2015 su RaiWay.

Due le novità più importanti che emergono dalla decisione del giudice per le indagini preliminari di Milano, Franco Cantù Rijnoldi: la prima è che nell’operazione, e quindi rispetto all’andamento del mercato, non sussiste dolo: Ei Towers sarebbe infatti effettivamente stata interessata alla scalata che poi non andò in porto. La seconda è che le “clausole” che il Governo ha messo per mantenere in mano pubblica il 51% della società delle torri Rai al momento della sua quotazione sono troppo deboli: in assenza di una barriera più solida, quindi, Rai Way potrebbe per il futuro subire nuoti tentativi di scalata.

La vicenda risale al febbraio 2015, quando la società guidata da Guido Barbieri lanciò un’offerta pubblica di acquisto e scambio che fissava il valore di Rai Way a 1,22 miliardi di euro, oltre 370 milioni in più rispetto a quello dell’Ipo. Una circostanza che provocò movimento sul mercato azionario, con entrambi i titoli in sostenuto rialzo.

La questione arrivò immediatamente sul tavolo del Governo e della Consob: l’Opas viene considerata irrealizzabile a causa del decreto emesso dalla presidenza del Consiglio dei ministri che fissava le regole per la quotazione della controllata Rai, e che prevedeva espressamente che il 51% dell’azienda rimanesse in mano pubblica. Un provvedimento che, secondo il decreto d’archiviazione pubblicato oggi da Repubblica, non sarebbe sufficiente per bloccare una scalata. A maggior ragione se si considera che nel decreto legge 66 del 2014, quello che ha dato il via alla privatizzazione di Rai Way, non si parla di “obblighi” di mantenere la maggioranza della società in mano pubblica, e che nello stesso Dcpm questa sia indicata non in termini tassativi, ma come “opportunità”.

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